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Pittore

Adeodato Malatesta


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Adeodato Malatesta

( Modena 1806 - 1891 )

Pittore

    Adeodato Malatesta

    Quotazioni di Adeodato Malatesta

    Le composizioni romantiche di matrice hayeziana di Adeodato Malatesta sono quotate tra i 1.500 euro e i 5.000 euro. Il record d’asta del 2000 è di 9.000 euro per un Ritratto di Francesco V in abiti austriaci di eccezionale qualità e definizione cromatica e formale.

    Queste quotazioni sono del tutto indicative e dipendono da molti fattori, come il soggetto e le dimensioni. Perciò consigliamo di inviarci una foto della vostra opera di Adeodato Malatesta: ne riceverete una stima gratuita e meticolosa grazie ai nostri esperti.

    Biografia

    Pittore emiliano, è nato a Modena nel 1806. Ecco i cenni biografici di lui, che togliamo dal Gozzoli:«Fin da giovinetto si dedicava con passione alla pittura. Nella R. Accademia di Belle Arti in Modena diede in breve tali saggi, che il direttore, prof. Pisani, gli faceva ottenere la pensione per Firenze.

    Si portò infatti a studiare a Firenze, ed ebbe a maestri il Benvenuti, il Bezzuoli, il Bartolini. A Firenze dipinse “San Francesco che riceve le Stimmate”, dipinto che ora trovasi nella chiesa di San Francesco di Modena.

    Fece poi “Santa Filomena” per la chiesa votiva di Modena. Portatosi a Roma, trattò il soggetto: “Il miracolo di San Francesco”, quadro che trovasi a Massa Carrara; poi la “Vestizione di Alfonso d’Este”, dipinto che l’Estense si portava nel 1859 a Vienna.

    Il Malatesta studiò e lavoro per parecchio tempo anche a Venezia, lavorò nel palazzo Papadopoli e fece il “San Marco”, dipinto che fu un vero successo, e che attestava un ingegno pittorico singolare ed una mano sicura.

    Nominato vice direttore e professore all’Accademia di Modena, la sua superiorità nell’arte, la sua esperienza, l’energia spiegata a bandire le pedanterie dei sistemi antiquati, lo zelo che pose ognora a instillare nei giovani i più sani principii della pittura, gli valsero la estimazione de’ suoi colleghi e gli affetti più ambiti al suo cuore.

    Avvenuta la morte del Pisani, il Malatesta fu tosto nominato direttore, continuò collo stesso zelo nel nuovo ufficio, ed ha la soddisfazione di aver dato alla pittura italiana ottimi allievi. Ma le occupazioni d’insegnante non distolsero il Malatesta dalle sue fantasie di artista, nè dal disimpegnare importanti commissioni.

    E’ lavoro suo lo splendido sipario del Teatro comunale di Modena, che ha la importanza di un quadro storico. Fece poi due ampie tele a olio per la contessa Boschetti di Modena coi soggetti: “Abramo che scaccia Agar”, e il “Tobiolo”, quadri ereditati poi dal conte Claudio Bentivoglio.

    Dipinse a olio l'”Invalido della grande armata”, acquistato dall’arciduca Ferdinando; il “Geremia che piange sulle rovine di Gerusalemme”; il “Cristo in Croce”; la “Fuga in Egitto”; lo “Sposalizio della Madonna”. Questi ultimi tre quadri sono di grande formato e di molte figure.

    Sono pure dipinti suoi il “San Bartotomeo” che trovasi in Fiumalbo; il ritratto grande al vero della “contessa Spalletti”, vestita da amazzone; il “San Paolo” per Concordia, provincia di Modena; una “Madonna” con diversi santi che trovasi nella chiesa delle monache Domenicane di Modena; fece i ritratti dei duchi “Francesco IV” e “Francesco V” di Modena e della figlia di quest’ultimo; fece i ritratti dei “duchi di Chambord” e del “figlio primogenito del duca di Parma”.

    Dipinse in seguito “La disfatta di Ezzelino da Romano”, grande quadro storico fatto per il duca d’Este, e che ottenne il maggior premio alla Esposizione fiorentina del 1862. Il quadro era proprietà del Duca, ma il Governo italiano anzichè cederglielo ordinava al pittore di farne una replica, replica che fece infatti e che andò a Vienna.

    Tra i più recenti lavori del Malatesta si notano: “Un San Gerolamo” che trovasi nella chiesa di Cadecoppi, provincia di Modena; una grande pala d’altare per la chiesa di Panzano Bolognese, rappresentante la “Madonna in trono con quattro santi”; l'”Agar nel deserto”, di proprietà del signor Bonora di Bologna; la “Cena in Emmaus”, per la parrocchiale di Legnago; il “Transito di San Giuseppe”, per una chiesa di Verona; lo “Sposalizio di Santa Caterina” per la chiesa di San Carlo in Modena; i “Misteri della Passione di Cristo”, in otto quadri, quattro a fresco e quattro a olio pel collegio di San Carlo pure in Modena.

    Nella chiesa di San Domenico dipinse a fresco la cupola dell’altare maggiore, facendovi un “San Domenico che sale al Cielo circondato dagli angeli”. Trattò anche la pittura di genere: e fece una “Fruttivendola” di proprietà del conte Marescotti; la “Servetta”, il “Pifferaio”, il “Buon Augurio”.

    Anche nella scultura fece le sue prove e la statua di “Luigi Muratori” alzata nella piazza di questo nome a Modena fu modellata da lui. Il Malatesta è membro d’onore di tutte le Accademie d’Italia; è insignito della Croce estense di San Contado, di quella di ufficiale dei SS. Maurizio e Lazzaro, e della commenda della Corona d’Italia».

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