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Pittore
Amos Nattini
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Amos Nattini
Le opere di Amos Nattini a olio su tavola sono stimate tra i 1.000 euro e i 4.000 euro. Molto apprezzati i soggetti letterari e le allegorie con molte figure, che possono superare i 6.000 euro. Il record d’asta del lontano 2000 è di 7.775 euro per una grande tela molto complessa, allegoria dell’Energia idroelettrica. Gli acquerelli e le opere grafiche oscillano tra i 200 euro e i 1.000 euro.
Si tratta di stime del tutto indicative, le quotazioni dipendono da diverse variabili. Inviateci una foto della vostra opera di Amos Nattini per ottenere una stima aggiornata e gratuita.
Amos Nattini nasce a Genova nel 1892 e si forma nella sua città natale all’Accademia Liguistica di Belle Arti. Frequenta l’Accademia solo tre mesi poiché insofferente dell’ambiente rigido accademico e desideroso di sviluppare le suggestioni simboliste e liberty che lo stavano affascinando. Continua gli studi in parte da autodidatta, studiando le figure michelangiolesche e poi decide di frequentare il corso di anatomia all’Università di Genova.
La sua prima opera grafica risale al 1911 quando illustra le prime terzine della Canzone del Sacramento di Gabriele D’Annunzio, che lo trasporta immediatamente nell’ambiente decadentista e simbolista. Questo lavoro viene notato dal pubblicista Francesco Zandrino che in seguito gli commissiona anche le illustrazioni per Canzoni d’oltremare, sempre del Vate.
Riceverà gli apprezzamenti dello stesso D’Annunzio che gli attribuirà l’epiteto di “Pittore degli Spiriti” e lo accoglie nella sua cerchia di intellettuali.
Nel 1921 Amos Nattini è chiamato da Francesco Zandrino a una titanica impresa: illustrare la Divina Commedia in occasione dei seicento anni dalla morte di Dante. Questo lavoro lo impiegherà fino al 1941, anno in cui viene dato alla stampa l’ultimo volume del Paradiso. Amos Nattini idea per ogni canto delle scene visionarie con protagonisti dai corpi muscolosi ed eroici talvolta scorciati in ardue prospettive, prendendo spunto dal suo amato Michelangelo, ma anche dall’estetica liberty e dallo studio di Giulio Aristide Sartorio. Amos Nattini riesce ad esprimere nelle 100 tavole eseguite la sofferenza delle anime infernali e la serenità delle anime del Paradiso con il suo linguaggio grafico attento ed espressivo. Nel 1931 viene pubblicato il primo volume dell’Inferno, nel 1936 il Purgatorio e appunto nel 1941 l’ultimo volume.
Le illustrazioni della Divina Commedia riscuotono molti apprezzamenti anche da editori europei, e il nome di Amos Nattini viene conosciuto anche fuori dalla penisola italiana.
Memorabile è la mostra nel 1931 al Musée Jeu de Paume di Parigi dove moltissimi visitatori si mettono in fila per ammirare le tavole dell’Inferno; riceverà lodi anche da accademici e politici. Nel 1937 diviene membro dell’Accademia di Parma e Accademico d’onore della Lingustica di Genova nel 1938.
Amos Nattini dà vita alle sue immagini dal suo studio milanese, ma soprattutto dal suo rifugio personale nell’ex eremo benedettino di Oppiano Gaiano, nei pressi di Parma, luogo dove spesso si reca l’artista quando sente il bisogno di quiete e concentrazione. In questo posto si trasferisce definitivamente allo scoppio del secondo conflitto mondiale, rinchiudendosi in un forzato isolamento e divenendo il “maestro dell’appennino”. In questo periodo racconterà attraverso i suoi lavori la vita contadina, le tradizioni e gli scenari dolci e aspri della vita dell’Appenino emiliano. Durante questi anni del conflitto decide di offrire dimora a inglesi e partigiani durante la Resistenza. Questa sua attività sarà punita dai tedeschi con l’arresto, ma fortunatamente riesce a fuggire alla fine della guerra.
Nel dopoguerra Amos Nattini continua a dedicarsi alle illustrazioni, ma anche alla pittura di alcune tavole stilisticamente sempre affini agli stilemi liberty. Realizzerà nudi, ritratti, paesaggi, scene mitologico-allegoriche, animali e battaglie. Riceverà committenza anche dalla ricca imprenditoria del nord, opere a tema mitologico in cui il lavoro viene letto in chiave allegorica come nelle opere La bonifica idraulica e L’energia idroelettrica realizzate per le Officine Riva di Milano; Fabbro parmense per le Officine Luciani di Parma o Il mito della gomma dalla Hevea Brasiliensis alla produzione per liindustria Parmeggiani di Udine.
Parallelamente si interessa anche di politica entrando nel partito socialista e divenendo sindaco di Collecchio, un paesino vicino all’eremo.
Gli vengono dedicate due importanti personali, la prima alla Galleria Camattini di Parma nel 1960, e la seconda alla Galleria Liguria di Genova nel 1972. Amos Nattini muore a Parma nel 1985.
Emanuela Di Vivona
Il sito viene aggiornato costantemente con opere inedite dei protagonisti della pittura e della scultura tra Ottocento e Novecento.