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Andrea Becchi

( Carpi 1849 - Modena 1926 )

Pittore

    Andrea Becchi

    Andrea Becchi nasce a Carpi nel 1849. Si forma presso la locale Scuola comunale di disegno per poi passare all’Accademia di Belle Arti di Modena nel 1867. Allievo di Ferdinando Manzini, lo segue nel campo della decorazione e della scenografia teatrale, collaborando inizialmente con lui nel Teatro Comunale di Modena.

    Terminati gli studi accademici, compie un soggiorno di due anni a Buenos Aires, impegnato nella decorazione ad affresco della chiesa di San Salvatore. Questa esperienza in sud America, di fatto, lo prepara al successo in patria: rientrato a Modena, si afferma come uno dei principali decoratori e scenografi locali tra gli anni Ottanta dell’Ottocento e il primo decennio del Novecento.

    Il successo in campo decorativo in area modenese

    La mossa vincente è costituita in gran parte anche dalla collaborazione con l’architetto Vincenzo Maestri: di orientamento neorinascimentale e storicista, lo chiama a decorare i suoi interventi architettonici. Tra gli esempi più soddisfacenti di questa collaborazione vi è il palazzo Aggazzotti, in cui all’architettura di impianto classico si accompagnano le decorazioni neorinascimentali di Andrea Becchi, tutte concentrate sul piacevole inganno del trompe l’œil. Da questo momento in poi, il suo stile combacia con le tendenze simboliste ed eclettiche di fin de siècle, in cui si trova una costante citazione del passato rinascimentale italiano, ma anche la rivisitazione dell’antico attraverso un’incredibile abilità nell’utilizzo di diverse tecniche. Dall’affresco in stile pompeiano, all’utilizzo del monocromo, alle decorazioni in legno o finto arazzo, Becchi si afferma come il decoratore più apprezzato dalla borghesia e dall’aristocrazia locale, chiamato anche a progettare e realizzare apparati effimeri e scenografie per feste e mascherate.

    Nel frattempo, dopo la morte del maestro Manzini, diventa scenografo del Teatro Comunale di Modena. L’incessante attività di decoratore, dovuta a un costante susseguirsi di committenze pubbliche e private si esprime attraverso un disegno sapiente, a tratti anche compendiario e veloce, che tiene sempre presenta la lezione dei maestri antichi.

    Tra trompe l’œil, nature morte e prospettive

    Oltre e partecipare alle esposizioni annuali modenesi, nel 1880 è presente alla Nazionale di Torino con Saltimbanchi (prospettiva della piazza Vittorio Emanuele di Carpi) e nel 1881 partecipa alla mostra Nazionale di Milano con Frutta dimenticata, Piazza a Modena – Prospettiva, Una via di Buenos Aires – Prospettiva, Prima colazione. Queste opere sottolineano come, dal punto di vista della pittura da cavalletto, l’artista sia soprattutto indirizzato alla rappresentazione prospettica, mentre in campo decorativo e teatrale mostra una maggiore scioltezza comunicativa e la capacità di giocare con luce e cromie. Nelle case private sperimenta soprattutto l’uso della natura morta di frutta e ortaggi, in una sorta di neoseicentismo che ancora una volta dimostra il suo spiccato eclettismo.

    Divenuto professore di ornato all’Accademia di Modena nel 1904, ricoprirà poi diversi ruoli istituzionali in ambito culturale e decorativo, presiedendo, ad esempio, alla nascita della nuova Galleria Poletti. Nel 1923, viene organizzata una sua grande mostra personale a Carpi, nel Castello dei Pio. Muore a Modena nel 1926.

    Elena Lago

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