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Pittore
Angelo Romagnoli
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Angelo Romagnoli
Angelo Romagnoli, pittore toscano, residente a Firenze, tratta il quadro di genere, nel quale ha dimostrato di avere speciale attitudine. Nei suoi quadri, buoni per l’eleganza delle linee e per ben intesa disposizione degli ambienti, risplende l’impronta del vero, la giustezza dell’osservazione, l’eccellente colorito.
Il suo quadro rappresentante un “Abbandono nell’Harem”, che, nel 1880, mandò all’Esposizione di Torino e l’anno dopo a quella di Milano, destò in entrambe le città l’ammirazione del pubblico, al pari dell’altro quadro dal titolo “Odalisca” che pure due volte espose, la prima all’Esposizione di Firenze, nel 1883, la seconda parimente in Firenze, all’Esposizione che vi fu per tre anni dopo.
I tre quadri rappresentanti l’uno “Le gioie di famiglia”; l’altro “La massaia di casa”; il terzo la “Curiosità”; sono tre veri gioielli che meritarono grandi lodi al pittore, il primo all’Esposizione di Roma, nel 1883, il secondo all’Esposizione di Firenze, nel 1886, e il terzo all’Esposizione di Livorno nello stesso anno.
Altri tre bellissimi quadri dal titolo: “Ore d’ozio”; “La mascherina”; “Voluttà”; ottennero un lieto successo all’Esposizione di Firenze, nel 1880, e nella stessa Firenze quattro anni dopo lo stesso felice esito ottennero i tre quadri che vi espose dal titolo: “L’amante de’ fiori”; “La Mariannina”; “Ma come egli è!”.
Curiose scene domestiche poi sono i tre quadri che espose, il primo, dal titolo: “Mamma, vado alla scuola”, all’Esposizione di Torino, nel 1884; il secondo rappresentante: “Il giorno onomastico”, all’Esposizione di Firenze, nel 1885; il terzo, dal titolo: “Beppino sta’ buono”, all’Esposizione che, nel 1887, ebbe luogo nella stessa Firenze.
Altri quadri dal pubblico giustamente lodati furono “La balia” che, nel 1883 espose a Milano, e gli altri due: “Testa di studio”; “La povera” e “La pensierosa”, che, nel 1883, espose in Firenze.
Nei suoi quadri, buoni per l’eleganza delle linee e per ben intesa disposizione degli ambienti, risplende l’impronta del vero, la giustezza dell’osservazione, l’eccellente colorito.
Il suo quadro rappresentante un “Abbandono nell’Harem”, che, nel 1880, mandò all’Esposizione di Torino e l’anno dopo a quella di Milano, destò in entrambe le città l’ammirazione del pubblico, al pari dell’altro quadro dal titolo “Odalisca” che pure due volte espose, la prima all’Esposizione di Firenze, nel 1883, la seconda parimente in Firenze, all’Esposizione che vi fu per tre anni dopo.
I tre quadri rappresentanti l’uno “Le gioie di famiglia”; l’altro “La massaia di casa”; il terzo la “Curiosità”; sono tre veri gioielli che meritarono grandi lodi al pittore, il primo all’Esposizione di Roma, nel 1883, il secondo all’Esposizione di Firenze, nel 1886, e il terzo all’Esposizione di Livorno nello stesso anno.
Altri tre bellissimi quadri dal titolo: “Ore d’ozio”; “La mascherina”; “Voluttà”; ottennero un lieto successo all’Esposizione di Firenze, nel 1880, e nella stessa Firenze quattro anni dopo lo stesso felice esito ottennero i tre quadri che vi espose dal titolo: “L’amante de’ fiori”; “La Mariannina”; “Ma come egli è!”.
Curiose scene domestiche poi sono i tre quadri che espose, il primo, dal titolo: “Mamma, vado alla scuola”, all’Esposizione di Torino, nel 1884; il secondo rappresentante: “Il giorno onomastico”, all’Esposizione di Firenze, nel 1885; il terzo, dal titolo: “Beppino sta’ buono”, all’Esposizione che, nel 1887, ebbe luogo nella stessa Firenze.
Altri quadri dal pubblico giustamente lodati furono “La balia” che, nel 1883 espose a Milano, e gli altri due: “Testa di studio”; “La povera” e “La pensierosa”, che, nel 1883, espose in Firenze.
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