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Pittore

Anna Fries


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Anna Fries

( Zurigo (Svizzera)1827 - Sestri Levante (Genova) 1901 )

Pittore

    Anna Fries

    Anna Fries, pittrice italo-svizzera, nata a Zurigo, nel 1827, ed attualmente dimorante a Firenze. Mostrò, giovanissima, una viva inclinazione per la pittura, ma fu contrariata dal padre; vinse però l’amore per l’arte, e la sua famiglia si rassegnò a che la figlia seguisse i suoi ideali, cominciando dallo studiare il disegno.

    Cominciò a disegnare sotto un maestro privato a Zurigo, poscia fu mandata all’Accademia di Monaco, dove cominciò a studiare dal vero ed a fare i primi esercizi al cavalletto.

    Il talento vivace e il molto impegno che metteva diedero presto risultati lusinghieri, per modo che la giovane potè poco dopo trasportarsi a Parigi, dove fece con franchezza di pennello molte copie dei capolavori antichi.

    Benchè abbia studiato molto le opere insigni, questa artista non si fece imitatrice servile di maestri morti nè di maestri vivi. Immaginò, disegnò, colorì sempre con sentimento e fantasia propria.

    Non prendiamo per moneta corrente le frasi liriche e i superlativi che poeti e letterati e giornalisti scrissero per questa pittrice: ma certo considerando come siano deboli in generale le attitudini e l’organismo della donna per le arti del disegno, è d’uopo convenire che la signora Fries è una rara manifestazione della capacità femminea.

    Molti sono i pittori del sesso forte inferiori a lei, pochi poi la eguagliano nella decorazione a ‘graffito’. Nel 1857, dopo un breve soggiorno in Italia, andò in Olanda dove eseguì molti “Ritratti”, fra gli altri quello della “regina Sofia” e del “principe d’Orange”.

    Poi tornò a Zurigo, già artista esperta e stimata, tanto chè i suoi concittadini la esortarono a non abbandonare il suo paese: ma essa avea d’uopo di più fruttuoso ambiente per studiare e lavorare.

    Portatasi a Firenze fece parecchi ritratti per varie famiglie russe, anche quello della “granduchessa Maria di Russia”, e dipinse pure una tela, alta metri 7, che andò in Russia per la decorazione di un soffitto. A Firenze piantò studio in una palazzina lungo il Mugnone, che si costruì.

    Molti quadri a olio condusse d’allora in poi, fra gli altri il ritratto al vero del “poeta Dall’Ongaro”; ritratto che figurò all’Esposizione nazionale femminile di Firenze, e fu premiato con medaglia d’argento.

    Tornando da un viaggio, e trovandosi per combinazione sopra un bastimento, sul quale erano un centinaio di detenuti (mafiosi e briganti abruzzesi) che si traducevano a domicilio coatto, ed essendo il mare agitato e l’equipaggio impaurito e sconvolto, le venne in idea di tradurre in un quadro la burrasca, il bastimento e quella rude e caratteristica ciurma di malfattori coi loro lerci ma pittoreschi costumi abruzzesi. Il quadro lo fece e lo si vede nel suo studio.

    Recentemente la signora Fries, fece un viaggio in Oriente: viaggiò e studiò sulle rive del Nilo e fece ritorno a Firenze con un corredo di disegni, schizzi, impressioni di figure, di costumi, di vedute, cose che diedero argomento ad una serie di quadri che ella fece e vendette all’estero.

    Abbiam detto che la signora Fries riuscì esperta nel graffito, in cui ebbe molte occasioni di perfezionarsi. Il graffito è una specialità della pittura arida, monotona, monocroma che non consente nè i voli della fantasia, nè i fascini del colorito.

    Chi ha veduto i rabeschi goffi e barbari che sotto il nome di graffiti deturpano tante facciate di palazzi e di case moderne, può di leggieri persuadersi che i graffiti distinti per purezza di stile, per armonia di distribuzione, per leggerezza e nitidezza di linee sono tutt’altro che comuni. Ed hanno questi pregi i graffiti della Fries.

    Citiamo fra gli altri la facciata della villa Schmitz a Careggi (presso Firenze), dove pure dipinse delle allegorie a colori; la facciata dello stabilimento Schemboche a Firenze in via Borgognissanti; la facciata della casa che ella eresse per sè a Firenze. Questa signora, quando occorre, sale scale e ponti e lavora campata in aria come un pompiere.

    All’Esposizione di Berna (1857) riportava una medaglia di argento; dall’Accademia di Urbino, dove espose due volte, ebbe due medaglie di argento e la nomina a socia d’onore e la collocazione del suo ritratto nella sala dell’Accademia stessa. E’ pure socia di onore dell’Accademia Michelangelo di Firenze.

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