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Pittore
Anselm Feuerbach
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Anselm Feuerbach
Anselm Feuerbach nasce a Spira nel 1829. Il padre è archeologo, il fratello è il filosofo Ludwig Feuerbach. Quando Anselm ha appena sette anni, la famiglia si trasferisce a Friburgo, poiché suo padre viene chiamato ad occupare la cattedra di archeologia dell’università locale.
Sono gli anni in cui il piccolo Feuerbach si avvicina all’arte, prendendo lezioni di disegno anatomico da un professore dell’università. Tra il 1845 e il 1848 studia presso l’Accademia di Düsseldorf con Schadow, poi si trasferisce a Monaco e nel 1851 a Parigi, dove compie un periodo di apprendistato presso l’atelier di Thomas Couture.
La città francese gli offre una serie di stimoli: frequenta costantemente il Louvre, dove si reca per studiare e copiare i maestri italiani Raffaello, Veronese, Tiziano. Ma le difficoltà economiche non gli permettono di soggiornare ancora a Parigi, per cui prima si trasferisce a Karlsruhe, poi ottiene una borsa di studio per studiare a Venezia. Giunto nella città lagunare nel 1855, copia l’Assunta di Tiziano in Santa Maria dei Frari.
Ammaliato dal clima artistico italiano, decide di rimanervi fino al 1873, per visitare varie città, ma è durante uno dei suoi spostamenti che contrae la sifilide. In particolare, spende gran parte del suo periodo italiano a Roma, dove entra in contatto con la comunità degli artisti tedeschi. Il successo tarda ad arrivare, spesso viene ignorato alle esposizioni e per questo attraversa una serie di crisi depressive che si alternano a periodi di fervido ottimismo.
La conoscenza di Arnold Böcklin è estremamente importante per la sua evoluzione artistica, già intessuta di elementi filologici e legati alla cultura classica trasmessagli dal padre. Apre uno studio in via Quattro Fontane e riceve l’incarico, da parte del collezionista Von Landesberg, della realizzazione del dipinto Camminata, poi esposto a Piazza del Popolo nel 1859.
Il 1860 è l’anno dell’opera Battaglia delle amazzoni, ma anche quello dell’incontro con la modella Anna Risi, che diviene la sua musa ispiratrice. La ritrae nella Madonna di Dresda, nell’Ifigenia, in Nana, nel Convivio di Platone.
Dal 1862 viene sostenuto economicamente grazie al mecenatismo del conte Schach, che acquista fino al 1868 ben dodici dipinti. In seguito i rapporti tra i due subiscono un’interruzione, anche perché l’artista si sposta frequentemente da Roma sia per soggiornare in Germania, sia per visitare il resto dell’Italia.
Nel 1866 si reca a Napoli e Pompei, dove inizia la Medea e Ricordo di Tivoli, mentre all’inizio degli anni Settanta, lavora ad una seconda versione del Convivio di Platone (la prima non aveva convinto nemmeno Schach).
Al 1872 risale il suo trasferimento a Vienna, perché accetta la cattedra di pittura di storia presso l’accademia. Quando nel 1874 espone alla Künstlerhaus la Battaglia delle amazzoni, non ottiene il successo sperato, anzi viene quasi osteggiato.
Al contrario, come insegnante viene apprezzato sin da subito, ma lascia l’incarico nel 1876, per recarsi di nuovo a Venezia a studiare Veronese, dopo aver ottenuto l’incarico della decorazione del soffitto dell’Accademia di Vienna con la Caduta dei titani. Passa i suoi ultimi anni a Venezia tra numerosi incarichi e commissioni, ma, contratta una brutta polmonite, muore poi d’infarto nel 1880.
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