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Pittore

Anton Sminck Van Pitloo


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Anton Sminck Van Pitloo

( Arnhem (Olanda) 1790 - Napoli 1837 )

Pittore

    Anton Sminck Van Pitloo

    Anton Sminck van Pitloo nacque ad Arnhem, località olandese del Basso Reno, il 21 aprile del 1790. Il suo nome all’anagrafe era “Pitlo”: la seconda “o” fu un’aggiunta successiva, durante gli anni italiani, forse per sottolineare la sua provenienza straniera.

    I suoi primi studi li compì nel paese natale, presso l’acquarellista Van Hameron. Dopo un primo soggiorno a Parigi, ottenne una borsa di studio offerta da Luigi Bonaparte, con la quale poté recarsi nel 1811 Roma, tappa obbligata per qualsiasi pittore in tempi di Grand Tour. Qui fu a stretto contatto con i pittori olandesi presenti e realizzò numerose vedute di scorci pittoreschi di Roma e della campagna romana.

    Nel 1815, caduto Bonaparte, non ebbe più la borsa di studio per rimanere a Roma: si trasferì quindi a Napoli, invitato dal conte Gregorio Orloff, diplomatico russo e amatore d’arte. Pur viaggiando frequentemente, dalla Sicilia alla Svizzera passando per Roma (dove sposò Giulia Mori, sorella dell’incisore Ferdinando Mori), Pitloo si stabilì quindi a Napoli.

    Il suo contributo allo sviluppo della pittura di paesaggio fu fondamentale: insieme a Giacinto Gigante diede vita a quella che fu definita “Scuola di Posillipo”, la cui pittura era caratterizzata da un intenso afflato lirico in linea con le tendenza della pittura romantica internazionale. Nel 1820 aprì una scuola privata di pittura di paesaggio, frequentata da molti giovani artisti.

    Nel 1822 fu quindi nominato professore ordinario del Reale Istituto di Belle Arti di Napoli: due anni dopo, Pitloo partecipò al concorso di pittore di paesaggio per la stessa Accademia, risultando vincitore con il dipinto “Boschetto Francavilla al Chiatamone”, oggi nelle collezioni Intesa Sanpaolo di Napoli.

    I dipinti napoletani dimostravano un’acuta interpretazione della pittura di paesaggio moderna da Corot a Turner, filtrata dalla conoscenza del vedutismo seicentesco. Nella seconda metà degli anni Venti, realizzò soggetti di sapore archeologico, come “I Templi di Paestum”, presentato alla grande Mostra Borbonica del 1826.

    L’esposizione dedicata a Turner a Roma nel 1828 sembrò influenzare fortemente Pitloo, il quale, da quel momento, sembrò concentrarsi sempre più sugli aspetti cromatici del paesaggio, piuttosto che sui particolari.

    Dal 1833 realizzò paesaggi caratterizzati da una pennellata densa e rapida, spesso di piccole dimensioni, dallo stile sempre più volutamente bozzettistico, in una visione artistica comune a quella di Giacinto Gigante. A causa dell’epidemia della colera, allora diffusa a Napoli, Anton Sminck van Pitloo morì 22 giugno del 1837.

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