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Pittore
Antonio Dal Zotto
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Antonio Dal Zotto
Antonio Dal Zotto, scultore veneto, professore dell’Istituto di Belle Arti a Venezia e della Scuola d’Arte applicata all’industria, Presidente della famiglia artistica di quella città, è uno dei più valenti ed originali ingegni del nostro tempo.
All’età di 16 anni egli espose al pubblico il suo primo lavoro, “Una statua di Sant’Antonio col bambino”, di grandezza naturale. Indi si dette anima e corpo all’arte, e mancando di commissioni riprodusse antichi modelli.
Nel 1870 venne nominato professore di modellazione e Anatomia nella Scuola veneta d’Arte applicata all’industria, e nel 1879 ebbe il titolo di aggiunto al professore di Disegno modellato nell’Accademia di Belle Arti a Venezia.
Scrupoloso e corretto modellatore, analizzatore paziente e scrupoloso, il Dal Zotto lascierà fama di sè col suo “Goldoni” che si trova sulla piazza omonima a Venezia con le statue “Galileo in carcere” e “Petrarca che muore” (1864), con la grande composizione monumentale pel “Sepolcro della famiglia Giulay”, col “Monumento a Tiziano Vecellio” inaugurato nel 1880 a Pieve di Cadore.
Il Goldoni è reso nella statua quel forte e vigoroso, arguto e malizioso osservatore che egli era. Il critico d’arte G. A. Munaro, parlando di quest’opera del Dal Zotto, ed analizzandola, così si esprime:
«Goldoni cammina fra la folla che gli darà infiniti soggetti pel teatro, ode frasi popolari che ne destano l’umore gioviale e satirico, sorride esclamando:
Ecco, non solo un soggetto, ma un dialogo. E si compiace di aver trovato l’uno e l’altro, sente che quelle frasi, riprodotte dagli attori, solleveranno le grasse risa della platea.
Interpretato in tal modo il solo vero, il sorriso, che anima la faccia bronzea di Carlo Goldoni, appare naturalissimo, verissimo, efficace. Diletta e soddisfa, convince e persuade».
Il “Tiziano” è un prodigio di modellazione, e il “Petrarca” fu premiato al concorso Hirschel del 1864, nel quale anno il Dal Zotto vinse anche il gran premio di Roma.
A Venezia nel 1887 erano molto ammirati tre altri lavori di questo artista: “Ricordati di me” busto di donna di eccellente fattura, la “Fontana sulla Montagnola”; e una statua “Narciso” in cui raffigurò il figlio di Cefiso, steso nudo su di una rupe mentre si specchia nell’acqua e contempla, pieno di desiderio insoddisfatto, la sua immagine.
Il corpo del giovinetto e le contrazioni del volto, in preda ad una disperazione infinita, furono resi dall’artista con incredibile verità. Il Dal Zotto eseguì un numero grandissimo di altre opere, per commissione delle più cospicue famiglie, come Papadopoli, Costantini, Capodilista, Reali ecc.
Fu uno dei più validi sostenitori e propugnatori dell’Esposizione artistica di Venezia del 1887 e fece parte prima del Comitato promotore, indi di quello esecutivo della Mostra stessa.
Il sito viene aggiornato costantemente con opere inedite dei protagonisti della pittura e della scultura tra Ottocento e Novecento.