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Pittore

Benedetto Adolfi


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Benedetto Adolfi

( Bergamo 1640 - Brescia 1717 )

Pittore

    Benedetto Adolfi

    L’artista Benedetto Adolfi nacque in una famiglia agiata del bergamasco nel 1640 ma, a causa di un’improvvisa precarietà finanziaria, divenne pittore per necessità, secondo quanto ci testimonia il Tassi. Probabilmente portò a termine l’apprendistato a Venezia per poi tornare a Bergamo durante gli anni ottanta. Qui si sposò ed ebbe figli: Giacomo (1682) e Ciro (1683), entrambi divennero pittori.

    I due fratelli collaborarono spesso e l’opera più nota dei due è la Lavanda dei piedi in Sant’Alessandro della Croce a Bergamo, attribuita per errore a Nicola, un altro figlio di Benedetto, particolarmente abile nel disegno. Secondo quanto riportato dal Tassi, Giacomo dipinse l’Incoronazione di Maria nel soffitto della chiesa delle monache del Paradiso e nel Chiostro di San Francesco Miracoli di Sant’Antonio etc., opere attualmente perdute.

    L’elenco dei lavori attribuiti a Benedetto adolfi è molto ridotto, sono tutte pale d’altare a eccezione di un ritratto. La Madonna, San Domenico, Santa Caterina e i Misteri del Rosario è la prima tela di cui abbiamo testimonianza, datata 1668 ed eseguita per le suore bergamasche del Rosario. Questo dipinto è attualmente conservato nella chiesa di Santa Margherita a Isola di Fronda nel Trabuchello. Riporta inoltre l’iscrizione, “BENDI.US ADOLF.US / F /’”La seconda opera documentata ritrae nuovamente La Madonna del Rosario e San Domenico, soggetti iconografici caratterizzati da un esito piuttosto convenzionale.

    L’unico ritratto della esigua produzione artistica del pittore è quello del reverendo Reginaldo Tiraboschi. L’opera del 1698 in San Michele al Pozzo Bianco reca la firma “Adolfus. P.” L’iscrizione ritorna all’interno di un’altra opera, l’Annunciazione datata 1700. Caso ancora interessante per un’analisi attributiva è quello della pala raffigurante i Santi Antonio da Padova, Francesco e Caterina d’Alessandria.

    Apparterrebbe al 1686 e doveva presentare la scritta, ora scomparsa, “BENEDICTUS DE ARNULFIS FECIT 1708”. La presenza di tale iscrizione è comunque documentata grazie all’ Archivio parrocchiale che testimonia un pagamento di 113 lire a beneficio del “Sig. Benedetto Adolfi pittore in Bergamo”.

    Secondo il Tassi il pittore si trasferì poi a Brescia dove proseguì il mestiere di pittore fino alla morte, da collocarsi intorno al 1720. Quest’ultima notizia tuttavia è messa a dura prova dal ritrovamento di un documento per il quale il figlio di Benedetto, Giacomo Adolfi, nel 1717 si sposa presso la chiesa di Sant’Alessandro della Croce. Nell’atto matrimoniale è specificata la morte del padre. La storiografia contemporanea giudica la pittura dell’Adolfi e figli piuttosto convenzionale e ossequiosa alla tradizione.

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