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Pittore

Biagio Bellotti


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Biagio Bellotti

( Busto Arsizio 1714 - 1789 )

Pittore

    Biagio Bellotti

    Biagio Bellotti, proveniente da una famiglia di pittori, cominciò il proprio percorso molto presto. Le prime opere documentate risalgono al 1732 e al 1733, si trattava di ornati di cui non si hanno più tracce.

    Nel 1742 diviene sacerdote. Nel 1744 è canonico della Basilica di San Giovanni di Busto Arsizio. Pochissimo ci perviene degli anni ‘30 e ’40 che vengono comunque testimoniati da opere attribuitegli senza conferma documentaria consistente.

    Tra le opere suddette ci sono alcune figure di Santi presso la chiesa bustese di San Gregorio. Il Trionfo della Religione e il Trionfo di San Pietro sarebbero stati eseguiti, secondo l’attuale attribuzione, in quei anni presso Cardano al Campo nella chiesa di San Pietro.

    Espresso presto il desiderio di dipingere le pareti della Basilica di San Giovanni Battista, il permesso gli fu accordato e il canonico eseguì i disegni e gli affreschi dopo il 1757. In questa decorazione a fresco riesce ad assumere un proprio linguaggio, sebbene debito dell’esempio di artisti veneti e lombardi.

    Con il sopraggiungere di alcune tensioni tra la fabbriceria e l’artista, il Bellotti scrisse una lettera il 4 febbraio 1766 da Milano per appianare le polemiche. Gli affreschi tuttavia si estesero solo in uno spazio limitato rispetto al progetto iniziale, in particolare si concentrarono presso il coro e il presbiterio.

    Nel 1752 il pittore lavorò a fianco di Antonio Agrati presso la chiesa di San Cristoforo a Saronno, poi demolita. Nel 1752 fu attivo a Verviano presso la chiesa dell’Annunciata. Negli anni ‘70 riceve commissioni anche dalle ville patrizie. Come documentato nelle Memorie apologetiche, si occupa delle decorazioni dei palazzi milanesi Perego e Monti-Sormani.

    A Palazzo Mella Malinverni si occupò di un medaglione a soggetto allegorico. Eseguì la pala con la Goria dei Santi Filippo Neri e Luigi Gonzaga dell’altare del Battistero di San Giovanni. Nell’Elia nel deserto, realizzato sopra il ciborio dell’altare del Battistero, testimoniò la sua passione per i vigorosi passaggi chiaroscurali.

    Nel 1776 rinunciò al canonicato. Da ricordare sono: la pala con l’Incoronazione della Beata Giuliana per la Basilica di San Giovanni Battista; la decorazione con Giustizia nei pennacchi del mortorio di San Michele a Busto Arsizio; l’Autoritratto del 1784; Sant’Antonio e la Vergine a Santa Maria di Piazza a Busto Arsizio; la Vergine col Bambino dormiente e Cristo deposto, dipinti a fresco e posteriormente staccati.

    Si mantenne sempre fedele a una rappresentazione sobria della natura, propria del linguaggio lombardo.

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