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Pittore
Carlo Arienti
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Carlo Arienti
Carlo Arienti nasce ad Arcore Brianza nel 1801. Sin dalla tenera età osserva da vicino i grandi tesori artistici conservati a Mantova, dato che il padre botanico, lavora nei giardini della città. Arienti si avvicina dunque alla pittura copiando gli affreschi conservati in Palazzo Te.
Ben presto rimane orfano, si trasferisce a Milano e si iscrive all’Accademia di Brera, dove si forma sotto la guida di Luigi Sabatelli e di Camillo Pacetti. Nel 1823 partecipa ad un concorso accademico con il grande cartone Temistocle che chiede ospitalità, mentre nel 1824 presenta Oreste che si palesa alla sorella Elettra. Questi due dipinti mostrano subito l’indirizzo di Arienti: quello della pittura di storia di stampo accademico.
Nel quinquennio successivo si trasferisce a Roma, dove frequenta l’Accademia di San Luca e soprattutto l’Accademia di Francia. In questo ambiente ricco di scambi internazionali, entra in contatto con i Nazzareni e poi con i Puristi, condividendone la riscoperta del Quattrocento.
Rientrato a Milano nel 1829, espone a Brera una Maddalena penitente e solo due anni dopo ottiene un vasto successo con il Ritratto di Vincenzo Bellini. Ormai, la sua cifra caratteristica è la pittura di argomento storico, accompagnata da incursioni nella ritrattistica.
Il tratto accademico accompagna dipinti quali Beatrice Tenda e Orombello,Una donna greca che si prepara alla difesa del figlio, La morte di Davide Rizzio,Ettore Fieramosca che si assenta da Ginevra. Per uno dei suoi più importanti committenti, il conte Porro Schiaffinati, nel 1837 realizza La congiura dei Pazzi, mentre l’anno seguente si occupa della coordinazione per l’esecuzione di ventiquattro bassorilievi dedicati ai fasti di Ferdinando I e da collocare nella Sala delle Cariatidi in Palazzo Reale a Milano.
Nel 1842 l’imperatore Ferdinando I d’Austria gli commissiona una Strage degli innocenti che Arienti esegue con successo ed espone a Brera nello stesso anno. Il 1843 è un anno decisivo: espone a Torino l’Amedeo III che gli procura una serie di lodi e soprattutto l’ottenimento della cattedra di pittura all’Accademia Albertina, che tiene fino al 1859.
Negli anni Quaranta, risiede per un certo periodo in Piemonte, per dedicarsi all’esecuzione di Federico Barbarossa cacciato dal popolo durante l’assedio di Alessandria, commissionato dal re.
Tra gli anni Quaranta e Cinquanta sono numerosi i ritratti a cui si dedica, sempre mantenendo una linea strettamente accademica: ne sono esempio quello di Carlo Alberto e quello di Giulio Romano. Per Villa Reale di San Michele in Bosco, realizza l’Origine nella Lega Lombarda e la Barca di Caronte.
Completamente addentrato nel clima rivoluzionario e sostenitore dell’Unità d’Italia, aderisce alla Società Nazionale Italiana di Daniele Manin e le dona la Lombardia che implora soccorso al Piemonte. Nonostante nell’ultimo periodo non venga particolarmente apprezzato perché troppo legato alla pittura accademica e poco incline al verismo, continua la sua attività artistica per tutti gli anni Sessanta. Muore a Bologna nel 1873.
Elena Lago
Il sito viene aggiornato costantemente con opere inedite dei protagonisti della pittura e della scultura tra Ottocento e Novecento.