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Pittore
Carlo Felice Biscarra
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Carlo Felice Biscarra
Carlo Felice Biscarra, illustre pittore piemontese, dal 1860, su proposta di Massimo d’Azeglio, segretario perpetuo dell’Accademia Albertina di Belle Arti, e fondatore con Luigi Rocca dell’Arte in Italia; uno dei fondatori del brillantissimo Circolo degli Artisti di Torino, benemerito scrittore d’arte e promotore zelante, vivace, simpatico d’ogni manifestazione della vita artistica in Piemonte, nacque nel 1825, figlio del cavalier Giovanni Battista Biscarra, pittore insigne che fu poi professore di pittura e direttore dell’Albertina di Torino.
Mandò innanzi al tempo stesso gli studi letterari e gli artistici, onde riuscì uno de’ più colti artisti italiani; e la propria coltura accrebbe coi viaggi.
Ugo De Filarte ci enumera nel modo seguente l’opera pittorica del Biscarra: Il primo quadro del Biscarra fù: “Cola da Rienzi che arringa il popolo Romano”. Questa tela, presentata alla grande Esposizione tenutasi nel Castello del Valentino nel 1850, venne acquistata dal Re Vittorio Emanuele.
A questa tennero dietro annualmente moltissime tele, parte di storico argomento, ed altre ispirate dai grandi poeti nazionali e stranieri, senza contare i quadri minori di paesaggio o di temi famigliari.
Ecco la succinta enumerazione di alcuni di essi: “Galileo Galilei davanti al Tribunale dell’Inquisizione” (è nel palazzo del Duca di Genova); “I mosaicisti fratelli Zuccato, nei Piombi di Venezia” (nel Museo civico di Torino); “Fanfulla che riprende le armi per la difesa di Firenze”; “Lippo Lippi il Barberia che ritrae un capo tribù”; “Giambellino che scopre il segreto ad olio, recato in Italia da Antonello di Messina”; “Maso Finiguerra trova il modo di Stampare le incisioni a bulino”; “La giovinezza del Carmagnola”; “L’infanzia di Lodovico Muratori”; “Silvio Pellico che dalle carceri di Murano s’avvia allo Spielberg”; “Giordano Bruno in carcere”, importante quadro con grandi figure al vero; e poi: “Gli amori degli Angeli”; “Medora”; “Graziella”; “Desdemona”; “Clarina”, ecc.
Fra i molti quadri di paesaggio e di tema minore vanno ricordati: “La vecchia strada del Cenisio” e “Capo Noli”; ma sovratutti la riescitissima “Pesca ai polipi”.
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