Claude Felix Theodore Caruelle Aligny

Theodore Claude Felix Caruelle d’Aligny nasce in una famiglia di artisti nel 1798 a Chantenay-Saint-Imbert. Perde però il padre piccolissimo e viene cresciuto dal patrigno Claude Meure-Aligny di cui adotta il cognome che utilizza anche nella sua firma artistica. Nel 1808 si trasferisce a Parigi e si forma sotto gli insegnamenti di Jean-Baptiste Regnault e Louis Étienne Watelet, esordendo con dei progetti paesaggistici per una fabbrica di porcellana. Successivamente si specializza nel genere storico e presenta al Salon del 1822 Dafni e Cloe. 

Tra Roma, la Grecia e le prime committenze

Dal 1822 al 1827 è a Roma, dove continua la sua formazione pittorica ed entra in contatto con Camille Corot che influenzerà intensamente il suo linguaggio e a cui si lega con una profonda amicizia. Tornato in Francia espone regolarmente ai Salon dal 1827. Torna poi in Italia nel 1835 per un paio di anni e poi nel 1843 effettua un viaggio in Grecia dove realizza una serie di disegni dei principali siti antichi su commissione della Scuola di Belle Arti di Parigi. Pubblica il frutto di questo suo lavoro in una raccolta di acqueforti dal titolo Vues des sites les plus célèbres de la Grèce antique dessinées sur nature et gravées à l’eau forte.

Nel 1851 riceve poi un’altra commissione e decora la cappella del fonte battesimale della chiesa di Saint’Étienne-du-Montnel capoluogo francese.

Un anticipatore della pittura di paesaggio dal vero

Nonostante l’artista rimanga fedele alle opere di soggetto storico, realizzando lavori a tema mitologico, gallico o romano, è anche considerato uno dei pionieri della pittura di paesaggio. Lavora infatti tra gli scenari della foresta di Fontainebleau o sulla costa della Normandia, divenendo uno dei precursori della Scuola di Barbizon. Infatti soggiorna per diverso tempo nel comune francese, ritraendolo in diversi dipinti, alloggiando da père Ganne, il locandiere che affitterà le camere ai componenti della Scuola di Barbizon. Il suo modo di dipingere resta comunque legato al linguaggio neoclassico, ma in alcuni casi riesce in parte ad emanciparsi dal lessico accademico per abbracciare un tratto più sintetico e meno attento al dettaglio.

Molte delle sue opere sono nelle collezioni dei musei francesi: al Louvre ad esempio troviamo Veduta di Amalfi, Prometeo e La rocca di Fontainebleau, un perfetto mix della sua varia produzione. Altri dipinti sono conservati nei musei di Angers, Avignone, Bordeaux, Carcassonne e Lione.

Nel 1860 riceve la nomina a direttore della Scuola di Belle Arti di Lione, città in cui muore nel 1871.

Emanuela Di Vivona