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Pittore
Banti Cristiano
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Banti Cristiano
Cristiano Banti fece i primi studii a Siena sotto il Nenci, e a quell’arte classica s’inspirò specialmente nel suo primo lavoro “Galileo Galilei davanti alla Corte della Inquisizione”, che ottenne gran plauso e lo segnalò ben presto tra gli insigni pittori del suo tempo.
Ma, sdegnoso egli stesso d’ogni successo accademico, quantunque non ignorasse che, abbandonando quella via, si ritardava la fortuna e la celebrità, si ribellò alla sua prima maniera, e, venuto in Firenze, cercò vie nuove, disfece, in alcun modo, tutto il suo primo lavoro, per cercare inspirazione dalla sola realtà.
Difficile a contentarsi, fece molti quadri, ma pochi ne espose, e tra i pochi “Il ritorno dalla pesca nel lago di Bientina”, opera diligentissima che rivelava il suo forte ingegno. Rappresenta cinque o sei pescatori che tornano frettolosi in città per vedere e dividersi la pesca fatta. Un altro quadro de’ più felici che siano usciti dal pennello del Banti raffigura una ragazza che sdraiata sull’erba tira a se un’anitra, che tenta invano svolazzare, starnazzando le ali.
In un altro quadro del Banti che, comprato dalla Galleria Pisani in Firenze fu venduto quindi a caro prezzo ad un forestiero, raffigura una ragazza che, facendo la calza, tira leggermente il filo rimasto troppo teso pel ruzzare di un gatto col gomitolo.
Nello studio del pittore Butter a Torino ammirasi un altro gioiello di questo brioso e delicato artista rappresentante una fanciulla la quale dà da mangiare ad un’anitra; ed ora il Banti sta ultimando un quadro intitolato “Le Predone” che son quelle donne, le quali corrono la campagna, rubando qua e là alla ventura ciò che viene loro tra mano. Fonte: A. De Gubernatis, Dizionario degli artisti viventi, Firenze 1889-1892.
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