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Pittore

Dino Martens


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Dino Martens

( Venezia 1894 - 1970 )

Pittore

    Dino Martens

    Quotazioni di Dino Martens

    Dino Martens è una firma rara sul mercato e le sue quotazioni partono dagli 800 euro e arrivano a 5.000 euro per le opere di soggetto più impegnativo. Se sul mercato comparissero grandi opere degli anni Venti legate al Realismo Magico potrebbero superare gli 8.000 euro.

    I vetri di Murano invece sono più diffusi e hanno quotazioni decisamente più alte: dai 900 ai 6.000 euro per i vasi meno importanti, e tra i 15.000 e i 40.000 euro per le opere di maggiore impegno e di fattura policroma eseguite nella vetreria Toso di Murano.

    Queste stime sono più che altro indicative poiché dipendono da numerose variabili. Consigliamo di inviarci una foto della vostra opera di Dino Martens per ricevere una stima gratuita e accurata.

    Biografia

    Dino Martens nasce a Venezia nel 1894 e partecipa fin da giovane a diverse manifestazioni nazionali. Nel 1913 espone all’Esposizione alla Ca’ Pesaro di Venezia due oli Tra i cenciosi e A San Geremia, e nello stesso anno partecipa all’Esposizione Nazionale di Napoli con il dipinto Pulpiti d’oro (duomo di Milano).

    La sua formazione avviene all’Accademia di Belle Arti di Venezia sotto la guida di Ettore Tito. Le prime opere risentono delle influenze veriste e post-impressioniste per poi aderire a quelle istanze di primo Novecento che vedono una ripresa degli stilemi quattrocenteschi italiani, avvolgendo i suoi personaggi in una atmosfera magica e rarefatta di quiete immobilità.

    Le Biennali di Venezia e le esposizioni nazionali 

    Partecipa a diverse edizioni della Biennale di Venezia: nel 1924 espone Vecchio pescatore; nel 1926 partecipa con Giovane sposa, un probabile ritratto della giovane moglie Amelia Toso; e nel 1928 espone Giocatori di bocce, un quadro di grande vivacità dinamica. L’artista partecipa nuovamente alla Biennale nel 1930 esponendo l’opera I costruttori.

    Prende parte anche ad altre manifestazioni nazionali come alla Mostra regionale di Treviso nel 1921 esponendo Impressione di una festa a Napoli, Bluettes campestri e Il vetraio. È poi presente alla Mostra nazionale d’arte marinara al Palazzo dell’Esposizione tenutasi a Roma nel 1926 con l’opera La cena dei pescatori; nel 1929 espone alla Mostra del Sindacato fascista della Campania a Napoli tre opere Natura morta, il ritratto Ginetta Carrara e Cortile. Torna a Venezia nel 1932 alla Mostra del Sindacato Fascista partecipando sempre con tre opere: A Sant’Erasmo, Il cacciatore e Vignole.

    Il Realismo magico 

    Dino Martens nella sua ricerca artistica si dedica anche alla realizzazione di paesaggi, scenari dalla chiara impronta toscana, con montagne nude e alberi spogli, terre sferzate dai venti e un mondo paesano dal ricordo arcaico, ma il suo soggetto preferito, è la figura umana, ed è nei ritratti di figura che Dino Martens raggiunge i livelli più alti della sua produzione. Cerca di avvicinarsi il più possibile ad una realtà oggettiva, curando ogni minimo dettaglio, un’attenzione ai particolari che si unisce ad una resa molto intima e sensibile delle espressioni dei soggetti, come per esempio nel già citato Vecchio pescatore.

    La sua è una tecnica impeccabile, che parte da un disegno netto e preciso, e dall’uso di tinte fredde e piatte, ma di estrema sobrietà. I suoi soggetti sono immersi in una dimensione bloccata. Tutto ci riconduce a quel clima di ritorno all’ordine, al Realismo magico di Antonio Donghi e Cagnaccio di San Pietro. Anche in opere ricche di personaggi come I costruttori, vige il silenzio, gli operai sono intenti al lavoro, ma non si percepisce alcuno sforzo: i costruttori sono bloccati in un tempo etereo e sospeso.

    Dino Martens, nel suo ritorno all’ordine, guarda in particolar modo agli antichi maestri quattrocenteschi, infatti nelle sue opere possiamo riscontrare uno sguardo attento alla pittura di Paolo Uccello, ma soprattutto di Piero della Francesca. 

    Il design del vetro

    Nel 1952 tornerà alla Biennale di Venezia in un’altra veste, con dei lavori realizzati in vetro. Dino Martens infatti esporrà nel padiglione arti decorative, alla mostra del vetro, Saul, Eldorado, Osellaria, Vaso Eldorado, Vaso Zanfirico, Vaso Zanfirico giallo. Il vetro sarà un capitolo molto importante della sua carriera. Infatti, negli anni Venti, si trasferisce a Murano e affianca all’attività pittorica, quella della lavorazione del vetro. Inizia a creare progetti e disegni per la ditta SALIR e da qui in poi dedicherà la maggior parte della sua produzione alle arti applicate. Comprende le potenzialità del vetro e impara a plasmarlo, partendo inizialmente da una linea déco, per poi giungere a progetti visionari per inizio Novecento, al limite dell’astrazione. Nei suoi vetri è possibile riconoscere anche un’influenza dell’artigianato africano, suggestioni provenienti da un viaggio che Dino Martens effettua in Africa nel 1935. Da quest’esperienza l’artista riporterà infatti colori e forme derivanti dalle trame dei tessuti africani che tradurrà nei suoi lavori in vetro. Continua a lavorare soprattutto come designer fino agli anni Sessanta circa. Scompare nel 1970 a Venezia.

    Emanuela Di Vivona

     

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