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Pittore, Scultore
Domenico Baccarini
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Domenico Baccarini
Domenico Baccarini nasce a Faenza nel 1882. Si forma presso la locale Scuola di Arti e Mestieri, in cui ritorna a più riprese, diplomandosi nel 1900. Giovanissimo, si dedica al disegno e all’incisione, sviluppando un segno grafico dal sapore personalissimo, intriso di un carattere naturalistico e simbolista allo stesso tempo.
Nel 1901, ottenuta una borsa di studio, si trasferisce a Firenze per frequentare la Scuola Libera del Nudo in Accademia, esperienza fondamentale per l’artista, soprattutto perché gli dà modo di conoscere artisti dell’avanguardia toscana, tra cui Lorenzo Viani e Giovanni Costetti. A volte, è costretto a ritornare a Faenza a causa di un attacco di pleurite, che condizionerà, purtroppo, la sua breve parabola vitale e carriera artistica.
Il periodo fiorentino di Domenico Baccarini è contraddistinto da una assidua e ripetuta pratica dell’autoritratto, inteso quasi come mezzo per raggiungere la conoscenza di una personalità particolarmente tormentata. “Rilucenti di febbre bruciante” sono stati definiti da Paolo Mussini i suoi autoritratti. Nel 1903, lascia Firenze per trasferirsi con la sua modella e compagna Bitta a Roma, città che gli dà modo di frequentare artisti come Giovanni Prini e Gino Severini.
In questo periodo, l’attività grafica comincia ad essere affiancata da quella scultorea. Fanno la loro comparsa i primi bassorilievi con nudi e figure femminili dal delicato equilibrio plastico. Rientrato a Faenza tra il 190 e il 1905, lavora per la Fabbrica di Maioliche dei fratelli Minardi, eccellendo anche nella lavorazione della ceramica. Nel frattempo, al 1904 risale la sua partecipazione alla Mostra degli Amatori e Cultori di Belle Arti di Roma, in cui espone la scultura Tre sorelle e i due dipinti Ragazzo romagnolo e Ave Maria.
Sono gli anni in cui Domenico Baccarini collabora con le sue illustrazioni alla rivista settimanale “L’Avanti della domenica”. La sua maturazione in senso simbolista si riscontra nel grande trittico Passioni umane, eseguito intorno al 1905 e conservato alla Pinacoteca di Faenza. Nello stesso anno, partecipa alla Biennale di Venezia con tre disegni, Una vecchia, Giovinetta e Il bagno. Nel 1906, incoraggiato ed invitato da Vittorio Pica, che lo apprezza molto, espone alla Mostra di Milano per il Traforo del Sempione altri disegni Mia madre, Mia cugina, Nella bottega di mia madre.
Negli ultimi tempi illustra alcune novelle di Beltramelli e si trasferisce a Roma per lavorare presso un antiquario che gli commissiona il ciclo di cartoline Il lavoro dei campi per la Casa del Pane. Contratta una grave forma di tubercolosi muore a Faenza nel 1907, a soli 25 anni.
Elena Lago
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