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Pittore

Domenico Bresolin


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Domenico Bresolin

( Padova 1813 - Venezia 1899 )

Pittore

    Domenico Bresolin

    La tradizione della veduta esatta veneta, lo studio delle nuove tecniche fotografiche e non ultimo gli stimoli della cultura romantica con cui viene a contatto durante i suoi viaggi di studio sono alla base di una serie di vedute di Firenze e Roma realizzate alla metà degli anni Quaranta dell’Ottocento da Domenico Bresolin, interessante figura di pittore e fotografo, solo recentemente riscoperta (Monaco 1996).

    Tappe fondamentali del suo percorso artistico sono la formazione veneziana e il trasferimento nel 1843 a Firenze per seguire gli insegnamenti del paesaggista Karolys Markò.

    Nella città eterna avviene poi l’incontro con il pittore-fotografo di origine padovana Giacomo Caneva, all’epoca attivo come vedutista, litografo e disegnatore, e forse anche con il bellunese Ippolito Caffi con cui l’artista appare condividere la rilettura in chiave romantica della tecnica canalettiana, che si declina sia nella predilezione di soggetti come le antiche rovine romane sia nell’uso emozionale della luce. Nel 1844 Bresolin espone le sue vedute a Roma e Venezia, dove riceve una medaglia d’oro per l’elogiatissimo Paesaggio con castello.

    Forse nel novero delle opere esposte rientrava anche questa Veduta di Firenze e dell’Arno dalle Cascine, opera caratterizzata dalla luminosità soffusa e vibrante del sole basso all’orizzonte che tinge di rosa il cielo corruscato da rare nubi e nel contempo allunga e deforma le ombre. L’emozione si accompagna, tuttavia, alla tecnica rigorosamente scientifica del vedutismo veneto, che ordina ogni singolo elemento con sapiente equilibrio e si sposa alla minuzia fiamminga di Markò nella descrizione della vegetazione che chiude ai due lati la composizione come una quinta prospettica naturale.

    Protagonista del dipinto è il grande parco delle Cascine, sorto sulla riva destra dell’Arno sotto il Granducato dei Lorena all’interno di una vasta tenuta di caccia e azienda agricola già appartenuta alla famiglia de’ Medici, che ancora alla metà dell’Ottocento manteneva un aspetto rurale come suggerito dal carretto posto in primo piano.

    Appena al di sotto del punto di fuga di uno spazio perfettamente prospettico Bresolin colloca il ponte della Carraia, alla cui destra si scorgono, inquadrati da tre giovani pini marittimi i campanili di Santa Maria del Fiore, del palazzo della Signoria e più oltre, quasi sullo sfondo, quello della chiesetta di San Jacopo Soprano.

    Sulla destra del fiume, innanzi al profilo di dolci colline i cui contorni trascolorano nell’azzurro del cielo, si scorge sulle sponde degradanti del fiume la caratteristica cupola di San Frediano in Cestello.

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