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Pittore

Domenico Maria Durante


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Domenico Maria Durante

( Murazzano 1879 - Canale d'Alba 1944 )

Pittore

    Domenico Maria Durante

    Domenico Maria Durante nasce a Murazzano, un comune in provincia di Cuneo, nel 1879. Frequenta l’Accademia Albertina di Torino distinguendosi come paesaggista, ma in particolare mostra le sue brillanti doti come ritrattista. Il suo esordio artistico avviene nel 1902 all’Esposizione Internazionale di Torino con i lavori Mendicante e Bimba; mentre nel 1904 partecipa alla Promotrice di Firenze con l’opera Poeta della solitudine, grazie alla quale vince il premio della Camera di Commercio e Arti del capoluogo toscano. Nello stesso anno espone anche alla Promotrice di Genova il dipinto Sorriso, frammento.

    Il Realismo magico: un ritrattista “rinascimentale” 

    Ha inizio nel primo Novecento il suo grandissimo successo espositivo soprattutto nelle città di Firenze e Genova, che proseguirà fino agli anni Trenta. Nel 1905 è nuovamente alla Promotrice di Firenze con Ritratto e Sorriso; e poi a Genova con Ritratto della famiglia Gorresio. Nel 1907 espone Vecchia e Ritratto a Firenze, mentre a Genova partecipa con l’opera Fragilità, che gli era valsa una medaglia d’oro all’Esposizione di Cuneo l’anno precedente. Nel 1908 è ospite a Firenze con Anima gioconda e Diana, e a Genova si presenta con Ritratto e Profilo. Con quest’ultima opera ottiene una medaglia alla prima esposizione Donatelliana di Livorno.

    Fin dai primi anni l’artista si contraddistingue per le eccellenti capacità nella resa dei ritratti, caratterizzati da una pittura precisa e cristallina, che indaga la figura nei minimi dettagli. Le composizioni sono pervase da un’atmosfera magica che riporta alla pittura rinascimentale. Esempio di questo chiaro legame con l’arte del Quattrocento è la già citata opera Profilo che guarda sicuramente a Giovanna degli Albizzi Tornabuoni di Domenico Ghirlandaio.

    Il pittore si rivela infatti disinteressato alle novità futuriste o cubiste, e al contrario si dimostra ancorato alla tradizione del passato e ad un’abilissima tecnica pittorica. Nelle opere esposte invece alla Sindacale Fascista di Torino del 1932 dal titolo Madonna, Annunciazione e Natura morta si riconosce una chiara influenza di Antonello da Messina e di Giovanni Bellini. Altre opere a tema religioso sono Mater purissima e Adorazione esposte insieme a Spettacolo all’aperto alla Società Promotrice di Torino del 1935. Prenderà poi parte nel 1937 alla Mostra del Sindacato fascista di Napoli con la tela Profilo di Naya, e nello stesso anno sarà presente anche a Torino con Amalia, Il mulino e Profilo di Maja.

    Un artista-calciatore

    Parallelamente alla sua attività pittorica, Domenico Maria Durante intraprende, nei primi anni del Novecento, una carriera alternativa. È infatti il portiere della Juventus. Giocherà con la squadra torinese per dieci stagioni, dal 1901 al 1911. Negli anni giovanili diventa amico di un gruppo di studenti che quello stesso anno fondano una squadra calcistica a cui decide di unirsi.

    Viene ribattezzato Durantin, pseudonimo che usa spesso anche in campo artistico. Al suo ritiro dal calcio continua a collaborare comunque con il club realizzando “Hurra!”, il primo bollettino ufficiale di una squadra di calcio, nato per tenere aggiornati i numerosi soci durante la Grande Guerra. Lavora anche ad alcuni manifesti promozionali della Juventus, firmandosi Durantin. A sottolineare questa sua forte passione realizza un’opera, quando ha quasi cinquant’anni, dal titolo Autoritratto in maglia della Juventus.

    “Il pittore della grazia e del sorriso”

    Il pittore partecipa anche a molte edizioni della Biennale di Venezia: la prima a cui prende parte è quella del 1907 con le opere Anima Gioconda e Vecchia al veggio; nel 1910 espone Ritratto della Signora N. e Dea, opera che viene acquistata dal Re d’Italia Vittorio Emanuele II insieme a La collana di Venezia esposta nel 1913 a Genova; nel 1914 presenta alla Biennale di Venezia Andreina e nel 1920 Ritratto di Signora. Prende parte all’edizione del 1922 con Ritratto della Contessa L. Murari Dalla Corte Brà; nel 1924 partecipa con quattro opere Maria Vittoria D., Baroni d’Isola, Giulietta al pozzo e Signorina G. B. Nel 1926 espone Ritratto di Maria Vittoria, Mele…?, e Il generale Co. Vittorio Murari Brà. L’edizione del 1930 sarà l’ultima alla quale l’artista partecipa con l’opera Un quadrunviro della Marcia su Roma.

    Nei numerosi ritratti che il pittore realizza si riconosce inoltre una matrice fotografica, nella spontaneità dei sorrisi che spuntano sui volti dei soggetti, come scatti rubati nell’inconsapevolezza dei protagonisti.  L’artista inoltre esegue un’analisi fisionomica, indagando anche a livello psicologico le caratteristiche della figura. Il tutto reso con una grande qualità esecutiva che non viene mai abbandonata e che riporta alla precisione tecnica dei maestri antichi.

    Questa sua sensibile qualità gli varrà la denominazione di “pittore della grazia e del sorriso”. Nel 1921 l’artista viene nominato socio onorario dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, luogo dove conclude la sua formazione negli anni giovanili. Scompare a Canale d’Alba nel 1944.

    Emanuela Di Vivona

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