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Pittore

Egisto Ferroni


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Egisto Ferroni

( Lastra a Signa 1835 - 1912 )

Pittore

    Egisto Ferroni

    Quotazioni di Egisto Ferroni

    Le opere di piccole dimensioni di gusto macchiaiolo dedicate alla vita agreste toscana hanno quotazioni tra i 380 euro e i 2.000 euro. Le tele più grandi con scene di vita e di idillio campestre con figure, ricercate soprattutto in Toscana, oscillano tra i 9.000 euro e i 30.000 euro. Picchi più alti, per le scene più ampie. I disegni, infine, sono quotati tra i 100 e i 650 euro.

    Le stime qui proposte sono del tutto orientative. La valutazione di un’opera, infatti, dipende da molte variabili come il periodo, il soggetto e la tecnica. Consigliamo di inviarci la vostra opera di Egisto Ferroni per ricevere da noi una stima gratuita e meticolosa.

    Biografia

    Egisto Ferroni nasce nel 1835 a Lastra a Signa, un piccolo comune in provincia di Firenze. Il padre è uno scalpellino che lo inizia al mestiere con l’intento di fargli proseguire il suo lavoro. L’artista entra prima in uno studio di artigiani ad Empoli e poi si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Firenze nel 1851. Ma negli anni fiorentini in realtà si avvicina al disegno e alla pittura abbandonando i sogni del padre. Frequenta inoltre gli studi degli artisti Enrico Pollastrini e Stefano Ussi che lo influenzano nelle scelte iniziali approcciandosi alla pittura di storia come allegoria del contemporaneo, seguendo un gusto romantico.

    Gli esordi tra pittura di storia e di genere

    Nel 1861 infatti realizza su commissione della Comunità di Lastra di Signa, la sua città natale, Carlo VIII di Francia e gli ambasciatori della Repubblica Fiorentina Bartolomeo Buondelmonti e Bernardo Rucellai, una tela raffigurante l’incontro storicamente avvenuto a Ponte a Signa. Un’opera quindi ancora legata ai dettami accademici e alla pittura ottocentesca. Nel 1862 partecipa poi alla Promotrice di Firenze con Saltimbanco, una pittura invece di genere, di matrice settecentesca. Sempre un dipinto che riprende tale tematica è Un episodio dell’amore che presenta all’Esposizione fiorentina dell’anno seguente. Elabora questi piccoli dipinti di genere per il mercante fiorentino Luigi Pisani che vengono assorbiti dal mercato estero anche grazie alla figura del mercante Goupil.

    Il verismo rurale 

    Alla fine degli anni Sessanta si allontana dalla pittura di storia e di genere per accostarsi a quella di paesaggio probabilmente affascinato dal verismo italiano e dal naturalismo francese. Nonostante questo non entra a far parte dei cosiddetti Macchiaioli, ma ne resta al margine condividendo con la cerchia che si riunisce al Caffè Michelangelo tematiche ed idee. Esempio di questo suo cambiamento è l’opera Le trecciaiole presentata all’Esposizione di Firenze nel 1868. In questo dipinto le figure femminili sono ritratte con estremo realismo, colte nella quotidianità del lavoro dell’intreccio dei tessuti. La tela infatti ottiene subito apprezzamenti da Adriano Cecioni e Telemaco Signorini, due dei rappresentati più importanti della poetica macchiaiola, che ne elogiano il verismo della scena. Le umili popolane diventano simbolo delle nuove tematiche, dipinte a grandezza naturale in un ruolo riservato fino a quel momento ai grandi personaggi della storia o alle figure religiose. I protagonisti delle opere di Egisto Ferroni infatti sono operai, agricoltori, allevatori, popolane, persone che abitano nel paese del pittore. 

    A causa della scelta di questi nuovi soggetti di contenuto più impegnato entra in contrasto con il mercante di riferimento Luigi Pisani che richiede scene più leggere, e dovrà trovare sostegno da altre figure.

    Frequenta poi diversi artisti del circolo macchiaiolo che lo vengono a trovare come il già citato Adriano Cecioni, Francesco e Matilde Gioli, Nicolò Cannicci, Giovanni Fattori, Odoardo Borrani, Diego Martelli, ma soprattutto Telemaco Signorini che, ormai di casa, si dilunga in animate discussioni sull’arte osservando le tele dell’amico.

    Trascorrono alcuni anni prima di prendere parte ad un’altra rassegna culturale come l’Esposizione di Napoli esponendo Il ritorno dal bosco e Un tosatore di pecore.

    L’anno seguente si reca a Parigi con Fattori ed altri rappresentanti della pittura di macchia per l’Esposizione Universale. Nella città francese viene attratto non tanto dall’Impressionismo, ma dalla Scuola di Barbizon e dal naturalismo umanitario di Jules Bastien-Lepage e Jules Breton.

    Il ritratto della vita campestre 

    Nel 1880 partecipa all’Esposizione di Torino con Alla fontana che raffigura diverse persone in un momento di riposo dal lavoro ai campi in fila alla fonte dell’acqua per rifocillarsi e trovare un momento di svago. La scena è colta con estrema immediatezza grazie al taglio fotografico utilizzato con un volontario intento realistico. Nel 1881 realizza Ai campi un dipinto in cui compaiono contadine di diverse età, a sottolineare l’universalità della tematica affrontata, che camminano con fierezza trasportando gli attrezzi sulle spalle, immerse nelle spighe dorate mosse dal vento. L’artista raffigura i soggetti in una dimensione in parte utopica che conduce all’idea dell’idillio campestre, tematica caratteristica della sua pittura.

    Nel 1886 espone alla rassegna torinese Operaie presso Firenze; nel 1888 prende parte all’Esposizione di Bologna con Sui colli di Malmantile. Ritorno dalla fonte; mentre nel 1891 partecipa a Firenze con Scena domestica. Purtroppo in questo stesso anno perde il figlio e l’artista si allontana per un po’ dalla pittura. Nel 1895 torna ad esporre Contadino toscano a Torino; e l’anno successivo presenta sempre nel capoluogo piemontese Volpe vecchia e Due che si divertono. Sempre nel 1896 partecipa all’Esposizione di Firenze con Riposo, Stornello e La sorella maggiore. Continua a dipingere, anche se con una frequenza meno assidua; e nel frattempo lavora anche nella fabbrica di ceramiche Bellariva del figlio. L’artista si spegne nel 1912 nel suo paese natale.

     

    Emanuela Di Vivona

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    Opere di Egisto Ferroni


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