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Pittore
Emilio Bisi
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Emilio Bisi
Egregio scultore lombardo, figlio dell’illustre pittore prospettico ed architetto Luigi Bisi, già presidente dell’Accademia milanese di Belle Arti morto nel 1886, nacque in Milano il 7 novembre 1850.
Nato in famiglia, nella quale il culto dell’arte e tradizionale, il giovine Bisi si avviava allo studio delle matematiche, quando l’istinto dell’arte gli pose nelle mani la stecca e lo scalpello.
Artista assai culto, sposò nel 1883 una scrittrice genialissima, Sofia Albini, che ha dell’arte un sentimento vivissimo ed era perciò predestinata compagna di un simpatico artista.
Se la cura che deve spendere intorno a soggetti, per lo più ingrati, per commissioni di chiese e di cimiteri, non gli avessero tolto il modo e tempo di seguire le sue poetiche ispirazioni, il Bisi avrebbe potuto fare del suo ingegno ben altra mostra, come lo dimostrò la statuetta umoristica d’un cittadino romano che torna gravemente, con incesso quasi imperatorio, da fare la sua spesa quotidiana al mercato, esposta alla Mostra Nazionale di Milano; egli mette, tuttavia, anche in que’ lavori de’ quali non ha scelto il soggetto, ogni cura e diligenza perchè vengano conformi al carattere richiesto dal tempo e dal luogo, onde gli può riuscire, per esempio, anche stando a Milano, di condurre a felice compimento opere che appaghino il gusto nazionale de’ Serbi di Trieste.
Tra i suoi lavori, eseguiti per incarico, ricordiamo: la “Santa Melania” per il Duomo di Milano; due monumenti sepolcrali “Ai fratelli Maccia” nel Cimitero monumentale di Milano; il monumento in Soncino “Ad Antonio Gussalli”, l’amico del Giordani e donatore de’ suoi manoscritti a quella Biblioteca Mauricelliana, con epigrafe di Giosuè Carducci; le “Nuove figure colossali per la chiesa Serba di San Spiridione a Trieste”, lavoro di polso e che ha già fatto grande onore al diligentissimo artista; il “Monumento Covacevich” nel cimitero serbo di Trieste; il “Monumento al conte Carlo Barbiani di Belgioioso”, già presidente, prima di Luigi Bisi, dell’Accademia milanese di Belle Arti.
Donò finalmente all’Accademia stessa il monumento al proprio padre Luigi, che ne era stato professore e presidente.
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