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Pittore
Emilio Gola
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Emilio Gola
Emilio Gola nasce a Milano nel 1851 da una famiglia aristocratica che lo avvia subito allo studio della pittura. Il padre, un conte pittore dilettante, lo sostiene sia negli studi ingegneristici presso il Politecnico, sia nella frequentazione dello studio di Sebastiano De Albertis, sin da ragazzo.
La formazione artistica del giovane Gola viene anche incentivata dal susseguirsi di viaggi che compie insieme al padre in Olanda e in Francia, dove ha la possibilità di aggiornarsi alle espressioni artistiche più recenti. Esordisce alla Promotrice di Genova del 1878 con un dipinto d’interni, Sagrestia della Chiesa delle Grazie in Milano, mentre l’anno successivo espone a Brera un paio di studi dal vero poi riproposti anche a Torino.
Mendicante, Testina di paggio, Mezza figura di donna con pelliccia e un Ritratto compaiono all’Esposizione di Torino del 1880, anno in cui partecipa anche al Salon parigino, cui sarà solito prendere parte per diverse altre edizioni, ricche di riconoscimenti e premi.
Specializzatosi ben presto nella realizzazione di ritratti prevalentemente femminili, non manca di dedicare anche una vasta serie di dipinti a scene d’interni e scene campestri che narrano le attività quotidiane della Brianza. All’Esposizione di Milano del 1881 presenta, oltre ad un Ritratto, due Studi dal vero, di cui uno Lungo il naviglio, uno dei luoghi prediletti della poetica goliana.
Dunque, pittore lombardo in tutto e per tutto, mette in atto una pennellata briosa e veloce, ricca di contrasti cromatici espressivi, presenti soprattutto nelle figure muliebri, che rispetto a quelle maschili risultano più curate dal punto di vista del dettaglio curioso e degli effetti luministici.
Partecipa alle più importanti rassegne artistiche italiane, come l’Esposizione di Belle Arti di Roma del 1883, ma anche quella di Venezia del 1887, in cui presenta Lago, Mestizia in autunno e uno Studio di lavandaie. Le sue frequentazioni parigine gli permettono di essere notato dal mercante Goupil che acquista diverse sue tele, ma soprattutto di ottenere la medaglia d’argento nel 1900 con un Ritratto femminile.
Dall’inizio del nuovo secolo, si dedica soprattutto a scorci paesaggistici delle campagne lombarde, con i loro ritmi stagionali, e dei navigli milanesi, ma anche ad una serie di dipinti di figura che ritraggono contadine, lavandaie e massaie della Brianza, colte nei loro aspetti più idilliaci. A Biennali di Venezia compaiono dipinti quali Presso il mulino, Fra i salici, Panni al sole, Mezza figura muliebre, Il ruscello presso la casa e Lavandaie.
Frequenta costantemente la sua villa ad Olgiate Molgora, ma anche la Liguria, soprattutto quando negli ultimi anni si dedica ad una serie di marine come Alassio. Ottiene i maggiori successi grazie ad eleganti ritratti mondani o nudi femminili, quali Ritratto della Signorina Lydia Carminati, Ritratto della Contessa Maria Chiara Arese Pallavicino, Edvige, Rosetta, sensuali rappresentazioni dell’elegante donna milanese di inizio secolo.
Nel 1920, presso la Galleria Pesaro viene allestita una sua personale con più di cento opere che decretano il finale successo dell’artista e il coronamento della sua carriera poco prima della morte, sopraggiunta nel 1923.
Il sito viene aggiornato costantemente con opere inedite dei protagonisti della pittura e della scultura tra Ottocento e Novecento.