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Pittore
Ennio Pozzi
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Ennio Pozzi
Ennio Pozzi nasce a Sesto Fiorentino nel 1893 e si dedica alla pittura sin dalla giovane età, mostrando ben presto il suo talento soprattutto nei dipinti di figura. A trentuno anni, nel 1924 ottiene un premio al Concorso Ussi e nello stesso anni partecipa alla Biennale di Venezia con Il bagno.
Sin da subito si nota la forte influenza che su di lui esercitano gli autori post impressionisti: il vigoroso valore plastico delle figure e l’importanza della resa spaziale attraverso geometrie spigolose e attente lo affiancano alla poetica di Cézanne.
Inserito sin dal 1920 nel gruppo di artisti d’avanguardia chiamati “Toscani d’oggi”, subisce anche l’influenza del ritorno all’ordine prima di inoltrarsi in un tratto estremamente personale ed espressivo.
Nel 1927 a Firenze presenta due Nature morte e un Nudo che sembra avvicinarsi moltissimo alle figure di nudi di Felice Carena. In effetti la poetica di Pozzi si affianca decisamente a quella dell’artista torinese, soprattutto nelle opere presentate fino agli anni Trenta.
Alla I Mostra Regionale d’Arte Toscana espone cinque dipinti, Vecchia, Figura di bimba, Contadini, Gisella e Ritratto di mia moglie, tutte figure in cui la struttura monumentale dei corpi e allo stesso tempo la semplicità antica degli spazi fanno rientrare a pieno Pozzi nelle istanze di ritorno all’ordine.
Lo stesso possiamo affermare per Fanciulla bianca tra figure amiche, presentato alla Biennale di Venezia del 1928 e per le opere presentate alla IV Mostra Regionale d’Arte Toscana, Confidenze, Ragazze toscane, Mia figlia, Vecchia con bambino e soprattutto Figure nell’orto che sembra narrare l’epopea del lavoro contadino, ma anche l’aggregazione familiare che questo comporta.
Come solenni figure sacre, le donne e gli uomini lavorano e si riposano tra le piante dell’orto. È un dipinto forte e sentito dall’artista, che naturalmente richiama le sue origini.
Negli anni Trenta compie diversi viaggi, in particolare a Parigi si avvicina alle opere dell’espressionismo francese e tedesco. La sua pittura inizia a subire una serie di mutamenti. L’espressività dei volti, la sofferenza o l’intensità delle figure deriva dall’osservazione di Kokoschka, da cui eredita anche il tratto nervoso e il cromatismo tormentato, espressionista.
Alla Biennale del 1930 cominciano ad emergere questi cambiamenti, quando presenta Maternità, Fiori, Giovinetta toscana, ma ancor di più alla Quadriennale di Roma del 1931, dove invia Il vecchio giardiniere, Ragazza toscana e Natura morta, in cui si nota anche il tratto di Van Gogh. In ogni caso, la potenza disegnativa permane in tutte le opere presentate nel corso degli anni Trenta e Quaranta.
Operaio invalido, Ritratto della madre e La razza compaiono alla II Quadriennale di Roma del 1835, Ragazzo con agnelli e Maria alla III Quadriennale del 1939 e ben nove opere alla IV del 1943. Tra queste vi sono alcuni nudi di grande valore espressivo, influenzati dallo stile di Primo Conti. L’artista dipinge fino agli anni Settanta opere come Natura morta con asparagi. Muore a Sesto Fioretino nel 1972.
Elena Lago
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