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Pittore
Enrico Reycend
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Enrico Reycend
Enrico Reycend nasce a Torino nel 1855, figlio di un libraio francese, frequenta l’Accademia Albertina nel capoluogo piemontese senza però terminarla. Segue allora dei corsi di pittura privati con Enrico Ghisolfi, Antonio Fontanesi e Lorenzo Delleani, pittori che saranno fondamentali per la sua ricerca artistica. A Milano invece conosce Filippo Carcano, caposcuola del naturalismo lombardo, che lo direziona verso un linguaggio maggiormente verista.
L’esordio espositivo avviene a Torino nel 1873 presentando due opere di forte influenza fontesiana romantica e intimista come Un acquedotto sulla Dora e La cinta di Vanchigia. L’anno seguente prenderà parte all’esposizione di Firenze con In autunno e Dintorni di Rivoli. Nel 1876 a Torino presenta Fra monti e valli, e all’edizione seguente espone Meriggio. L’artista riprende la tradizione paesaggista piemontese in un’accezione più lirica ma allo stesso tempo verista, ponendo la sua attenzione sulla sfera emotiva dello scorcio rappresentato, ma anche sulla precisa resa atmosferica.
Nel 1878 si reca a Parigi per visitare l’Esposizione Universale, e nell’ambiente francese rimane affascinato dalla pittura luminosa di Corot, e dalla ricerca cromatica impressionista. Nella prima metà degli anni Ottanta direziona la sua sperimentazione infatti proprio verso la veduta naturalista d’impressione; mentre nella seconda metà vira su scelte volte maggiormente al verismo, creando però un linguaggio totalmente personale fondendo entrambe le ricerche. Sperimenta pennellate nervose, frammentate e vibranti dalle tonalità vivaci che spezzettano la luce con particolare sensibilità.
Nel 1880 partecipa all’Esposizione di Genova con Un mattino di ottobre e Dintorni di Torino; nel 1882 presenta invece a Torino Le rive del Po e In ottobre.
A metà degli anni Ottanta il pittore soggiorna a Genova e matura una sensibilità particolare per le atmosfere della riviera ligure, in particolare per le sfumature del suo cielo. Il pittore attua un approccio verista, ma è sempre attento alla rappresentazione del sentimento della natura.
Nel 1884 sempre nella manifestazione torinese espone opere di sperimentazione verista come Il boschetto, Paesaggi N.9 studi dal vero, Ritorno dal pascolo, Paesaggi n.16 studi dal vero e Ultime foglie.
Nello stesso anno a Genova prende parte con sette lavori tra cui Nel porto di Genova – studio dal vero, Scalo di Porta nuova, Nel giardino reale.
Partecipa inoltre a tre edizioni della Biennale di Venezia: nel 1895 con Quiete montanina; nel 1897 con Pace meridiana e nel 1899 con Meriggio sulla spiaggia di Varazze e Sasso di ferro (Lago Maggiore). Nel 1905 riceve una grande delusione, non viene accettato alla nuova edizione della Biennale prendendo consapevolezza che gli apprezzamenti della critica sono ormai rivolti a ricerche artistiche aggiornate, chiudendosi sempre di più in un isolamento pittorico.
Non abbandona tuttavia le varie rassegne nelle città di Torino, Genova, Firenze e Milano. Nel 1906 è presente all’Esposizione di Firenze con Pace e Aprile; nel 1908 lo troviamo a Genova con Mattino d’agosto in montagna, Riviera Ligure, Ultima luce sul monte e N. 10 studi dal vero; nel 1914 espone sempre a Genova Armonie primaverili, Mattino sul mare e Ritorna il sole sul monte.
Prende parte inoltre ad esposizioni all’estero come a Monaco, Barcellona, Vienna, Londra, San Francisco e Buenos Aires.
Continuerà ad esporre fino al 1924, nonostante abbia perso il sostegno di parte della critica. Scompare nel 1928 a Torino. La sua figura verrà riscoperta nel 1952 quando Roberto Longhi nella sala dedicata agli artisti piemontesi alla Biennale di Venezia, aggiunge il suo nome alla triade Fontanesi-Avondo-Delleani, riconoscendo la portata innovatrice della sua pittura.
Emanuela Di Vivona
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