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Pittore
Ernesto Bertea
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Ernesto Bertea
Ernesto Bertea nasce a Pinerolo nel 1836 da una famiglia agiata. Pur laureandosi in giurisprudenza a Torino nel 1857, contemporaneamente si dedica con passione alla pratica della pittura. Risale, infatti, proprio allo stesso anno il suo esordio presso la Promotrice torinese con il paesaggio L’agguato. È il periodo in cui frequenta lo studio del paesaggista torinese Ernesto Allason, ma soggiorna anche spesso a Ginevra per recarsi nello studio di Gustave Castan.
La svolta reale, però, giunge quando si sposta per un biennio a Parigi, dal 1858 al 1960. Qui entra in contatto con Costant Troyon, presso cui porta a compimento la propria formazione, acquisendo gli innovativi stilemi della Scuola di Barbizon. Viaggia moltissimo, tra la Spagna, la Francia, le Baleari e la Scozia, in cerca di motivi nuovi da cogliere en plein air.
Nel frattempo, continua a partecipare alle esposizioni italiane: nel 1861 invia a Torino Una passeggiata sul lago di Park in Scozia, Pascolo nei dintorni di Crémieux, La valle di Burgoin, Per partire dal mercato (scena nei dintorni di Parigi). Nel 1864 presenta invece Le rive della Mosa, Una chiatta, Un pescatore, Il ponte di San Giuseppe (Fréjùs), Lavatoio di grano a Fréjùs.
Tornato da questi viaggi intorno all’Europa, soggiorna in Toscana nella metà degli anni Sessanta ed entra in contatto con i macchiaioli. Unisce con naturalezza la lezione appresa in Francia con quella della macchia, portando poi a compimento la sua maturazione artistica dopo l’incontro con Alfredo D’Andrade e Vittorio Avondo a Ginevra.
A questo punto, entra a far parte della Scuola di Rivara, i cui membri, sul modello della Scuola di Barbizon e sulla scia della Scuola di Staggia e dei macchiaioli in Toscana, si recano nel Canavese a dipingere dal vero e all’aperto. Più degli altri membri come Pittara o Avondo, risente dell’influenza della pittura di macchia, dunque la sua poetica risulta più schietta e meno lirica rispetto a quella degli altri artisti altri piemontesi.
Risalgono al periodo della Scuola di Rivara dipinti come Sotto i castagni, La baia di Pollenza, Al fianco della Parrocchia, Pascolo in inverno, Casolare biellese. Negli anni Settanta, Ernesto Bertea soggiorna molto spesso in Liguria e affianca dunque le vedute piemontesi a quelle della costa ligure.
Nel 1878 espone a Torino Strada di paesello antico, Popolo – studio dal vero, La Pusterla dell’antico convento di Arenzano e Autunno. Nel 1880 presenta invece Pecore al pascolo, In Val d’Aosta, Le prime foglie, Un pascolo in pianura. Continua a dipingere per tutti gli anni Ottanta e Novanta, esponendo paesaggi come Cascinale in Val Pellice, La siesta, Nella villa Pallavicini a Pegli. All’Esposizione Nazionale di Belle Arti di Roma del 1883 invia Novembre, L’antico porto di fondo foce sul Lago Maggiore e Il patrimonio di Beppino. Nel 1898 partecipa alla sua ultima esposizione torinese con I Pesio al di sopra della Certosa e con Al Gerbido Torinese in maggio.
Grande collezionista di oggetti e arte esotica, Bertea è anche uno dei primi studiosi del medioevo torinese, in particolare di quello di Pinerolo. Proprio dall’ambiente della Scuola di Rivara, infatti, parte l’idea del restauro di molti edifici e opere d’arte medievali piemontesi. Muore a Pinerolo nel 1904.
Elena Lago
Il sito viene aggiornato costantemente con opere inedite dei protagonisti della pittura e della scultura tra Ottocento e Novecento.