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Pittore
Eugenio de Blaas
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Eugenio de Blaas
Eugenio De Blaas nasce ad Albano Laziale nel 1843. Spostatosi a Venezia, segue in Accademia i corsi del padre Carl, pittore austriaco di stampo accademico. Nel 1862 ottiene il pensionato artistico per perfezionarsi a Roma, inoltrandosi in una pittura che sin dall’inizio denuncia uno spiccato interesse per il quotidiano, per l’aneddoto curioso, per scene argute della Venezia contemporanea eseguite con una pennellata fresca e vibrante e una notevole attenzione al dettaglio più minuto.
Quando negli anni Ottanta ottiene la cittadinanza italiana, si stabilisce a Venezia per insegnare all’Accademia fino al 1890. Nel frattempo, esordisce all’Esposizione torinese del 1880 con Una visita di maschere a Venezia, scena leziosa e realizzata con una variegatissima gamma cromatica e con una abilità tecnica non indifferente.
Contemporaneamente si dedica all’attività di ritrattista, autore di numerose raffigurazioni femminili dalla raffinata e delicata esecuzione. Richiestissimo all’estero, soprattutto in Inghilterra, ha realizzato Ritratto di signora, esposto a Milano nel 1881, il Ritratto della duchessa Ersilia Canevaro, Ritratto della Signora N.N., presentato all’Esposizione Nazionale di Belle Arti di Roma del 1883 e Ninetta, all’Esposizione Nazionale di Venezia del 1887, presentato insieme al dipinto di genere Burattini in convento.
Le scenette dedicate alla Venezia contemporanea, di carattere bozzettistico, nel corso degli anni Ottanta perdono un po’ di quella freschezza che avevano all’inizio per cedere ad un certo sentimentalismo d’insieme e ad una troppo eccessiva ripetitività tematica. Ad ogni modo, partecipa alla Prima Biennale di Venezia del 1895 con il dipinto In attesa, inaugurando una regolare stagione espositiva presso la rassegna lagunare. Pierrot e Pierrette compare a quella del 1897, Mia nonna nel 1899, Ritratto di mio figlio e Ritratto di mia figlia a quella del 1905. Nel frattempo, è professore all’Accademia di Venezia, ma anche membro onorario dell’Accademia di Brera e di quella di Vienna.
Espone frequentemente anche all’estero, dove ottiene un ampio successo di pubblico, soprattutto in Austria, Germania e Danimarca. All’Esposizione di Milano del 1906 espone i due famosi ritratti della Signora Salomon Semana e della Contessa Arrivabene Papadopoli.
Nel 1922, ultimo anno in cui partecipa alla Biennale veneziana, gli viene dedicata una sala personale in cui espone trenta opere. Tra di esse vi sono sia i suoi classici e ricercati ritratti, sia le argute e aneddotiche scene di genere: Disillusioni, Le maledicenti, La visita, Il brindisi di Arlecchino, Il corteggiatore, L’uscita dalla chiesa, Il matrimonio, Festa a Venezia, La sartoria, Ballo popolare, Le lavandaie e Donne al pozzo. Nell’ultimo decennio affievolisce la sua attività espositiva, anche se molte sue opere vengono ancora richieste da collezionisti esteri. Muore a Venezia nel 1931.
Il sito viene aggiornato costantemente con opere inedite dei protagonisti della pittura e della scultura tra Ottocento e Novecento.