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Fermo Forti

( Cibeno di Carpi 1839 - Carpi 1911 )

Pittore

    Fermo Forti

    Fermo Forti nasce a Cibeno di Carpi, un paese non lontano da Modena, nel 1839. Suo padre, muratore, gli permette di seguire le sue attitudini artistiche iscrivendolo alla scuola elementare di disegno di Carpi. Mostrate le sue eccellenti doti sin dalla tenera età, quindi, viene incoraggiato dalla famiglia a proseguire gli studi di pittura: quasi ventenne, entra nell’Accademia di Belle Arti di Modena, diretta al tempo da Adeodato Malatesta, grazie a un sussidio mensile del comune di Carpi, che perde quando, nel 1859, decide di partecipare da volontario alla Seconda guerra d’indipendenza.

    Al termine della spedizione, il comune si rifiuta di rinnovare il sussidio, perciò, per mantenersi e per frequentare ancora i corsi accademici, inizia a lavorare come decoratore in alcune ville e palazzi di Carpi. Tra di esse, figura quella del consigliere comunale Caleffi, che convince l’istituzione a ristabilire il pensionato di Fermo Forti, secondo lui meritevole di continuare gli studi.

    Decorazioni sacre e pale d’altare nel territorio di Carpi e Modena

    Ripresa dunque l’Accademia nel 1864, inizia a ricevere diversi premi di pittura, come quello per l’Abele morente, ma nel frattempo comincia a ottenere alcune commissioni pubbliche di decorazione, ornato e restauro di opere scultoree, indirizzato dall’amico scultore Giovanni Cappelli.

    Il periodo d’oro della carriera di Fermo Forti si snoda prevalentemente tra gli anni Settanta, Ottanta e Novanta dell’Ottocento, quando, insieme a Lelio Rossi e Albano Lugli, si occupa della decorazione del Duomo di Carpi, in particolare del catino absidale del transetto destro, dove esegue la Gloria dei martiri di Gorkum.

    Da questo momento in poi, si susseguono incessanti decorazioni ed esecuzioni di pale d’altare per le chiese del territorio di Carpi e Modena, come la chiesa di Sant’Ignazio, in cui dipinge la pala con la Gloria del nome di Maria o la parrocchiale di Sant’Andrea Pelago in cui esegue il San Francesco d’Assisi.

    Dalle grandi decorazioni alle piccole tele di genere: un pacato verismo

    Dal punto di vista stilistico, si legge in Fermo Forti la volontà di intraprendere un percorso che sfiora l’eclettismo: dal neo medievalismo al neo seicentismo di alcune decorazioni, giunge anche all’influenza del verismo storico partenopeo di Morelli. Questo, soprattutto applicato nelle piccole tele di genere o di paesaggio che si allontanano dall’intento celebrativo delle grandi decorazioni. Nella tela Piazza grande, una luminosa veduta dal colore terso, un sincero verismo si fa strada insieme al carattere aneddotico delle scene animate dalle figurine del mercato. Un pacato realismo che si nota anche nel gusto neo pompeiano di alcuni soggetti come Musica per dormire, esposto alla Triennale di Modena del 1881.

    Se molteplici sono le commissioni per decorazioni sacre, non sono da dimenticare le opere eseguite in palazzi e case private. Sono da segnalare, tra queste, la decorazione dello scalone di Casa Bertolani, e la realizzazione di scene mitologiche nel palazzo del cavalier Foresti a Carpi e nel Palazzo Viti di Modena.

    Forse grazie all’estrazione internazionale della famiglia Viti, entra in contatto con la committenza latino americana e portoghese: esegue la decorazione del sipario del teatro di Rio de Janeiro e del Teatro Donn’Amelia di Lisbona. Nel frattempo, continua a lavorare anche come restauratore di sculture, affreschi e opere di ornato, prolungando questa sua attività almeno fino ai primi anni del Novecento. Dopo essere diventato accademico all’Istituto di Belle Arti di Modena ed aver lavorato come assessore e consigliere del Comune, muore a Carpi nel 1911, a settantadue anni.

    Elena Lago

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