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Pittore
Filippo Balbi
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Filippo Balbi
Filippo Balbi, figlio di uno scultore, nasce a Napoli nel 1806 e svolge i suoi studi all’Accademia di Belle Arti della città partenopea. Il suo maestro è il pittore neoclassico Costanzo Angelini che nel 1840 lo invita a continuare i suoi studi a Roma tramite il Pensionato borbonico a Palazzo Farnese. Prima di partire esegue alcuni lavori a Napoli ed Ischia, ma è nella Capitale che consolida la sua formazione e diviene uno dei più importanti interpreti del Purismo.
Mantiene comunque i rapporti con la sua terra natale ed è infatti attestata la sua presenza a due esposizioni di Belle Arti del Real Museo Borbonico tenutesi a Napoli: nel 1841 partecipa con tre tele, due Studi di una testa di vecchio e Mosè colle tavole della legge; e all’edizione successiva del 1843 è presente con due dipinti Costume di un ragazzo e Cristo nell’orto confortato dall’Angelo.
Le sue posizioni politiche sono molto conservatrici e viene quindi osteggiato durante la Repubblica Romana, non ottenendo nuovi lavori. Torna a ricevere commissioni con il rientro di Papa Pio IX a Roma che lo apprezza enormemente e gli affida la decorazione di importanti chiese come Santa Maria Sopra Minerva, San Paolo fuori le Mura e Santa Maria degli Angeli.
Un’opera molto particolare nella produzione del pittore è Testa anatomica, un apparente volto umano che in realtà è composto da tanti uomini in miniatura. Il dipinto è del 1854 e viene inviato all’Esposizione Universale di Parigi dell’anno successivo. L’opera originale attualmente si trova nel Museo della Storia della Medicina de La Sapienza di Roma, mentre la copia è nella Farmacia della Certosa di Trisulti.
In quest’ultimo luogo si reca l’artista a partire dal 1859, in seguito all’ultima commissione ricevuta nella Capitale, ossia la decorazione della Cappella del Tasso della chiesa di Sant’Onofrio. Alla fine degli anni Cinquanta infatti perde i favori del pontefice e accetta quindi di trasferirsi a Trisulti. Il pittore si era già recato alla Certosa nel 1854 per dei lavori di restauro alla volta del monastero, ma è dall’inizio degli anni Sessanta che vi dimora stabilmente.
Qui realizza l’affresco Madonna che porge del pane ad un monaco, i grandi dipinti per la Chiesa di San Bartolomeo come La strage degli innocenti, e affresca la Farmacia, in particolare un salottino d’attesa in trompe-l’oeil di ispirazione pompeiana, ponendo attenzione a tutti i dettagli, tanto da dipingere anche le etichette delle sostanze mediche.
Filippo Balbi, date le sue attitudini politiche, è un sostenitore del Regno Borbonico e dal 1861 collabora con i fautori della Restaurazione, ma dopo il periodo di speranza iniziale è costretto ad accettare la nuova realtà.
Dal 1863 si trasferisce dalla Certosa alla vicina Alatri e qui nel 1869 dipinge per Santa Maria Maggiore una tela raffigurante San Francesco di Paola e il beato Andrea Conti. Continua comunque a lavorare per Trisulti, nonostante il suo trasferimento, realizzando l’Immacolata concezione nel 1874 destinata alla Farmacia. Esegue una tela con lo stesso soggetto anche per la chiesa della Consolazione di Collepardo nel 1877. L’artista scompare ad Alatri nel 1890, ad ottantaquattro anni.
Emanuela Di Vivona
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