Hai cercato
Pittore
Filippo Carcano
Sei interessato alla vendita o all'acquisto delle sue opere?
Acquistiamo opere di questo artista
e di altri pittori e scultori dal XVI secolo sino alla prima metà del XX secolo
La galleria Berardi offre un servizio gratuito e senza impegno di valutazione di opere di arte antiche e moderne. Per orientarsi nel mercato dell'arte, assai complesso e pieno di sfumature, è meglio affidarsi ad un consulente professionista che sappia rispondere in maniera veloce e concreta alle tue esigenze. La chiarezza delle risposte risolverà in maniera efficace la necessità di stimare o mettere in vendita un bene.
Contattaci immediatamente senza impegno
Risposte anche in 24 ore:
Filippo Carcano
Filippo Carcano nasce a Milano nel 1840 da una famiglia della piccola borghesia lombarda. Nel 1855 si iscrive all’Accademia di Brera e diviene uno dei migliori allievi di Francesco Hayez, tanto che nel 1859 vince un pensionato artistico di durata triennale. Esordisce all’Esposizione di Brera del 1861 con due soggetti storici, l’anno seguente ne presenta altri due, Federico Barbarossa e Il Duca Enrico di Leone di Chiavenna, con cui ottiene il premio Canonica.
Al 1862 risale il primo quadro di chiara ascendenza realistica e quindi lontano dalle tematiche storiche di reminiscenza accademica. Si tratta di Piccola fioraia, una giovane mendicante che sosta su uno scalino ai piedi del vialetto di una dimora. La leggera malinconia che pervade l’atmosfera non è l’unico elemento di realtà, perché la vera innovazione si trova nella resa puntuale della luce che filtra attraverso le fronde delle piante e si riflette sul vialetto.
La tematica, che pone attenzione sulla condizione dei lavoratori e dei poveri tornerà frequentemente nella produzione di Carcano, attentissimo alla questione sociale italiana, all’alba dell’Unità. La pennellata risulta innovativa perché già priva di contorni, realizzata con brevi tocchi di luce che allo stesso tempo riflettono puntualmente la realtà.
Il definitivo allontanamento dalla pittura di storia si verifica con il brano del 1865 Una lezione di ballo, che si presenta come un dipinto assolutamente innovativo: il taglio si può definire fotografico perché quasi casuale e molto soggettivo, elemento che suscita critiche negative. Così come Una partita a carambola, presentato a Torino nel 1867 e Una partita al biliardo a Brera nello stesso anno.
I giudizi negativi si susseguono incessantemente per il pittore ormai lontanissimo dai modi accademici, che però continua ad inviare dipinti alle esposizioni. Nel 1870 espone a Torino Inclinazione alla musica e Il figaro, nel 1872 a Milano Un passatempo, Interno della chiesa di Santa Maria presso San Celso a Milano, Interno del Duomo di Milano e Idillio.
Dalla metà degli anni Settanta Carcano inizia ad ottenere finalmente un notevole successo commerciale, soprattutto all’estero, con i suoi dipinti di genere e con i paesaggi dedicati al lago Maggiore o alla montagna lombarda. Al 1876 risale Mattino sul lago Maggiore, al 1877 Versi d’amore, Dopo la baldoria e Una passeggiata amorosa (presentato all’Esposizione Nazionale di Belle Arti di Napoli). Nel 1878 vince il premio Mylius con Buon cuore infantile e suscita una serie di apprezzamenti con La quiete sul Lago e Alle Alpi.
Si tratta di paesaggi attentissimi alla resa atmosferica e luministica, precisamente giocati sul dato reale, con una ricerca cromatica senza precedenti in Lombardia. Non è un caso dunque che Carcano sia considerato uno dei precursori del naturalismo lombardo, arricchito di personali interpretazioni.
Mulino al Monterone, Pescarenico con effetto di neve, Strada al Monterone, Melanconia (Pietra papale al Monterone), Allegria (Pescarenico nel lago di Lecco), Prime nevi in montagna compaiono all’Esposizione torinese del 1880, garantendo ormai la piena affermazione del pittore, apprezzatissimo per la resa delle variazioni atmosferiche. Ma all’Esposizione milanese del 1881 risale la sua opera forse più conosciuta: L’ora del riposo durante i lavori dell’Esposizione del 1881, resa con taglio realistico e sguardo modernissimo e con particolare attenzione al tema dei lavoratori.
Paesaggi dedicati a diverse parti d’Italia, come Venezia, Pompei, l’altopiano di Asiago compaiono per tutti gli anni Ottanta, mentre tra la fine dei Novanta e l’inizio del Novecento il realismo piano piano lascia il passo a composizioni di carattere allegorico. Nel 1897 ottiene infatti il Premio Principe Umberto con Cristo che bacia l’umanità, esposto alla Triennale di Brera, insieme a Ghiacciaio di Cambrena, dipinto in cui la montagna, intesa nella sua visione naturalistica, nasconde un significato simbolico, proprio come nelle coeve sperimentazioni divisioniste.
Nel 1906 ha una sala personale all’Esposizione di Milano per il Traforo del Sempione, in cui presenta quasi cinquanta opere riassuntive della sua carriera, tra cui anche una serie di suggestivi acquarelli come Effetto di neve, Ritorno dalla campagna, D’estate. Nel 1912 partecipa alla Biennale di Venezia, sempre in una sala personale con altrettante opere tra cui Cime alpestri, Lo spoglio del grano, Lavoro in montagna, Pescarenico sotto la neve, Monte Bianco e Il Naviglio a Milano di notte. Muore a Milano nel 1914.
Elena Lago
Il sito viene aggiornato costantemente con opere inedite dei protagonisti della pittura e della scultura tra Ottocento e Novecento.