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Fra Bartolomeo detto anche Baccio della Porta

( Savignano, Prato 1472 - Firenze 1517 )

Pittore

    Fra Bartolomeo detto anche Baccio della Porta

    Baccio della Porta nasce a Sofignano, nei pressi di Prato, nel 1473, ma si trasferisce ben presto con la famiglia a Firenze, presso Porta San Pier Gattolini, da cui deriva il suo nome “Baccio della Porta”. Si forma nella bottega di Cosimo Rosselli a Firenze, proprio negli stessi anni in cui si trova lì anche Piero di Cosimo.

    Molto vicino alla rigida visione morale e alle predicazioni di Savonarola contro la corruzione della chiesa, il pittore esegue le prime opere proprio rispondendo alle esigenze di riforma imposte dal frate domenicano. L’Annunciazione per il Duomo di Volterra, risalente agli anni Novanta, è la prima pala che tradizionalmente viene posta all’inizio della produzione di Baccio della Porta. Di poco dopo è il Ritratto di Girolamo Savonarola conservato al Museo Nazionale di San Marco, dove il predicatore diverrà priore.

    Nel 1499 inizia l’affresco con il Giudizio Universale per l’Ospedale di Santa Maria Nuova, ma non lo porta a termine, perché l’anno successivo, disorientato e sconvolto dalla scomunica di Savonarola e dalla sua conseguente condanna a morte, entra nell’ordine domenicano, prendendo il nome di Fra’ Bartolomeo, come è conosciuto da questo momento in poi.

    La monumentalità severa e solenne e la ricchezza cromatica

    Riprende a dipingere a partire dal 1504, all’interno del Convento di San Marco, dove si occupa di una pittura interamente dedicata all’ambito devozionale, ispirata ai modi di Beato Angelico, che poteva osservare ogni giorno negli affreschi eseguiti dal frate negli anni Quaranta del Quattrocento. D’altra parte, è impossibile non ravvisare nel suo linguaggio anche la chiara influenza del giovane Raffaello, giunto a Firenze proprio nel 1504, anno in cui già poteva trasmettere all’amico Fra’ Bartolomeo l’eleganza spirituale ed essenziale delle movenze umane.

    La delicatezza lirica delle prospettive di Beato Angelico si trasforma, quindi, nelle opere di Baccio della Porta in immagini dal sapore decisamente più monumentale. Dopo un soggiorno veneziano del 1508, rientra a Firenze, portando con sé, dopo aver studiato le opere coeve di Giorgione, Carpaccio e Bellini, il bagaglio di una tavolozza più accesa e ricca, come si nota dalla Pala Pitti del 1512, con il Matrimonio Mistico di Santa Caterina per San Marco, oggi conservata al Louvre.

    Architetture solenni ed un linguaggio rigoroso ed essenziale vengono accompagnati da una brillantezza cromatica che ben si svela nella plasticità vigorosa dei personaggi, che spesso emergono dal chiaroscuro, come si nota anche nell’opera eseguita a Roma nel 1513, la pala con I Santi Pietro e Paolo.

    Dopo il soggiorno romano, come scrive Vasari, Fra’ Bartolomeo, costretto al confronto con l’antico e con le opere dell’ormai maturo Raffaello e di Michelangelo, «stordì di maniera che grandemente scemò la virtù e la eccellenza che gli pareva avere». Rientrato a Firenze, infatti, esegue alcune opere che non apportano novità al linguaggio precedente, come la Madonna col Bambino e la perfettamente orchestrata e monumentale Madonna della Misericordia per la Chiesa di San Romano a Lucca. Muore nel 1517, secondo Vasari per un’indigestione di fichi.

    Elena Lago

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    Opere di Fra Bartolomeo detto anche Baccio della Porta


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