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Pittore
Gerardo Bianchi
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Gerardo Bianchi
Gerardo Bianchi nasce a Monza nel 1845 ed è il fratello minore del più famoso pittore Mosè. Figlio del ritrattista Giosuè, viene introdotto al disegno e alla pittura da suo padre, nei primi anni di formazione a Monza. In seguito, proprio seguendo le orme del fratello, si trasferisce a Milano per frequentare l’Accademia di Belle Arti di Brera.
Allievo di Giuseppe Bertini, subito dopo il diploma, inizia ad insegnare pittura presso il Collegio Bosisio di Monza, succedendo a suo padre. L’impegno didattico accompagna Gerardo Bianchi per tutta la vita e si unisce costantemente all’attività di pittore e disegnatore. Nei primi anni, la sua carriera si svolge nel segno della miniatura su smalto ed avorio, che permette all’artista di perfezionare la tecnica disegnativa e l’attenzione al dettaglio.
Nel 1878, prende parte all’Esposizione di Torino con il Ritratto di Re Umberto ad olio su tela e con l’acquarello Gli sposi, che poi ha riprodotto in diverse varianti nel corso degli anni. Nonostante questa prima esperienza pubblica, l’attività pittorica di Gerardo Bianchi prende veramente il via solo dopo la morte di suo fratello Mosè nel 1904.
Versato soprattutto nei ritratti, nei paesaggi e in delicate e leggere scene di genere, adotta una pittura dai contorni evanescenti e dalla pennellata piena e veloce, abbracciando la stessa maniera vivace, brillante e briosa di Mosè. Le campagne della Brianza, con i loro momenti quotidiani legati all’agricoltura e alla narrazione delle vite di contadini e contadine, sono le protagoniste di numerose tele del pittore. È molto legato anche all’ambiente alpino, che ritrae costantemente con impressioni veloci e luminose, come si nota dall’olio dalle note intensamente liriche Montagna poetica presentato alla Mostra di Milano per il Traforo del Sempione del 1906.
Nelle opere più mature di Gerardo Bianchi si nota una certa affinità con il linguaggio del nipote Pompeo Mariani, figlio della sorella Giulia e interprete di un paesaggismo veloce e dinamico e di una pittura di genere fresca e brillante. Queste caratteristiche rientrano nelle sue opere degli anni Dieci, tra cui La grigna a Magreglio, Caprette, Lo zuccaro, Pastorella. Muore nel 1922 a Monza, all’età di settantasette anni.
Elena Lago
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