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Pittore

Giacomo De Barbieri


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Giacomo De Barbieri

( Genova 1821 - 1906 )

Pittore

    Giacomo De Barbieri

    Scultore ligure, nato a Genova nel 1844. Sentendosi fino da giovinetto chiamato all’arte, entrò giovanissimo alunno nell’Accademia Ligustica, dove si meritò vari premi per la buona maniera di modellare le teste.

    Finiti gli studi, passò a perfezionarsi nello studio del celebre comm. prof. Santo Varni, dove stette parecchi anni.

    Fu allora che, sentendosi forte nell’arte, diede principio alla sua carriera artistica con una seria pregievolissima di numerosi lavori.

    Fece moltissimi ritratti in marmo ed in creta, fra i quali, degni di nota, sono i seguenti: il busto del senatore “Filippo De Filippi”; quello del “Piria” per il Regio Museo di Chimica; il busto di “Alessandro Borella”; la statua di “S. A. R. la Duchessa d’Aosta”, per la quale meritò dal compianto principe Amedeo l’onorifico titolo di scultore della casa di S. A. R. il Duca d’Aosta; i busti del “conte Marazano”; del “conte Gazzelli” e della sua moglie; di “S. A. R. il principe Tommaso”, che l’augusta genitrice acquistò per ornare il palazzo del Principe a Torino.

    Altri bellissimi lavori sono pure i busti dei “fratelli Vitale”; la statua del “generale Camerano”, per la cappella gentilizia del cimitero d’Asti; l’altra del “figlio del conte Foggiati” ed i “Busti del conte e della contessa Tapparano”; non che quello bellissimo del “senatore Moris” professore alla Regia Università di Torino.

    Passato a Genova, compì altri bellissimi lavori, quali la statua del “cav. Pelagallo”; e quelle della “signora Angela Torarolo”; del direttore del gaz “Devitres”; del “cav. Tati”, e diversi busti per la “famiglia Ghillini”, tutti per il cimitero di Staglieno; come pure il busto del “poeta Pitto”, fatto per ordine del comm. Peirano.

    Il De Barbieri eseguì poi dei “Bassorilievi per la cappella del capitano Dodero”, e per la “famiglia Celle”, nonchè il “Monumento per la famiglia Botta”, e diversi busti per la famiglia del marchese Quartara.

    A Napoli eseguì poi quattro busti per la famiglia Gardillo, fra i quali somigliantissimo quello di uno dei fratelli, per il quale ebbe appena il tempo di prendere la maschera, essendo succeduta una subitanea decomposizione.

    Passato a Roma, fece per la famiglia Menotti di Luino, quattro busti.

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