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Scultore
Giannino Castiglioni
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Giannino Castiglioni
Nato a Milano nel 1884, Castiglioni si distingue per l’abilità di cesellatore nella produzione di medaglie, ma anche per i bassorilievi e le sculture monumentali di stampo celebrativo. «Artista fine, equilibrato di concezione, elegante di forma» (Vibì 1922, p. 380), è allievo di Enrico Butti all’Accademia di Brera e nel frattempo lavora nello stabilimento di medaglie Johnson, dove suo padre è capotecnico: tra le prime e più significative medaglie, esegue quella commemorativa per Cavour nel 1910.
Come scultore, esordisce pochi anni prima all’Esposizione di Milano del 1906 con una statua in gesso di Plauto, poeta comico, ma contemporaneamente vince il concorso per la medaglia premio della mostra, affermandosi senza dubbio tra i più richiesti medaglisti italiani del primo Novecento. In questa produzione, pur se orientato verso l’ufficialità del linguaggio, non manca di inserire suggestioni floreali e simboliste, evidenti soprattutto nelle targhette in bronzo presentate alle Biennali di Venezia del 1907, del 1909 e del 1910, tra cui Vespero e Nozze. Risale al 1922 la sua affermazione in campo monumentale, peraltro a livello internazionale: vince il concorso per la decorazione scultorea del palazzo del Parlamento di Montevideo.
«L’intonazione allegorica e, diciamolo pur francamente, “retorica” nel senso buono e utile del significato, era richiesta dal desiderio di una armonica fusione con la maniera stilistica ond’è informata l’architettura del Palazzo: la classicità romana e greca…» (Vibì 1922, p. 380). Il maestoso progetto decorativo, che unisce classicismo e suggestioni liberty, viene ampiamente apprezzato dalla critica e vale a Castiglioni l’aggiudicazione di un altro incarico in America Latina, il basamento dell’antenna monumentale in bronzo offerta dai residenti italiani alla città di Buenos Aires nel 1926. Stesso anno in cui lo scultore vince il concorso di tutt’altra intonazione spirituale per la statua da dedicare a San Francesco in piazza sant’Angelo a Milano. A pochi passi dalla piazza Castiglioni ha il suo studio in via di Porta Nuova 22, dove lavora instancabilmente al progetto che suscita l’immediato elogio di Raffaello Giolli per il suo carattere anti-monumentale: «Invece d’un monumento s’è fatta una fontana, semplice e chiara, come una grande vera da pozzo, in pietra […]. Sul parapetto s’è fermato un piccolo volo d’uccelletti e dall’altra parte san Francesco lievemente si curva, verso l’acqua, verso gli uccelletti. Il monumento prende allora una sua singolare vita, tra l’accento decorativo e il gesto naturalistico». (Giolli 1927, p. 380).
La fontana di pietra di impianto ottagonale rappresenta l’episodio della Predica agli uccelli e la scultura in bronzo qui presentata è il modello per le colombe della fontana: opera dalla patinatura elegantemente sintetica, non perde tuttavia l’indirizzo naturalistico, leggibile nelle diverse pose dei volatili, che si unisce ai raffinati caratteri dell’iscrizione attorno alla base: «Iddio vi pasce e davvi li fiumi e le fonti per vostro bere» tratta dai Fioretti di San Francesco, scritti da Ugolino da Brunforte a fine Trecento. Dopo questa opera così amata dai milanesi, Castiglioni continua a lavorare a diverse sculture per il Cimitero Monumentale di Milano.
Negli anni Trenta, realizza il cimitero di guerra sul Monte Grappa e a Redipuglia. Si trasferisce a Lierna sul lago di Como, dove lavora a uno dei suoi ultimi progetti: le formelle con la Vita di Sant’Ambrogio per una delle porte del Duomo di Milano, inaugurata nel 1950. I suoi figli, i fratelli Castiglioni, hanno progettato la lampada Arco per Flos, icona del design, nel 1962.
Elena Lago
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