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Pittore

Giorgio Mignaty


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Giorgio Mignaty

( Cefalonia (Grecia) 1824 - Firenze 1895 )

Pittore

    Giorgio Mignaty

    Nell’Europa post-napoleonica, la rivoluzione greca (1821-1830) rappresentò un evento di grande importanza non solo politica ma anche simbolica. Infatti, con la fine della dominazione ottomana e la nascita dello Stato nazionale ellenico poté platealmente affermarsi, in quella che era considerata la culla della civiltà classica, il principio di autonomia e di autodeterminazione dei popoli venutoin auge proprio durante la temperie romantica.

    Il sentimento filoellenico si diffuse rapidamente anche nell’Italia preunitaria dove l’eroismo e l’abnegazione dei “fratelli” greci divenne un esempio da imitare per tentare di abbattere i sistemi politici ancien régime preesistenti (Risorgimento greco 1986). Un vero e proprio topos della pittura romantica ispirata ai moti indipendentisti greci fu la morte del patriota Giorgio Botzaris. Il sacrificio dell’eroe, caduto durante la battaglia di Karpenisi (1823), venne rappresentato di frequente sia in Francia (Kosmadaki 2021, pp. 82-85) sia in Italia, ad esempio da Ludovico Lipparini e Filippo Marsigli.

    La scelta di evocare Botsaris prima della fatale discesa in guerra fu, invece, meno comune. Il pittore Giorgio Mignaty (de Gubernatis 1889, p. 301) – nato a Cefalonia e dunque intimamente legato alle vicende rivoluzionarie della Grecia moderna – optò per effigiare il condottiero tra le mura del monastero di Calabrita nell’atto di ricevere le armi consacrate dall’arcivescovo Germanos, metropolita di Patrasso (Notizie diverse 1865). In linea con i dettami della grande pittura storica ottocentesca, Mignaty scelse di impaginare la scena secondo l’estetica del melodramma teatrale. All’origine della composizione, infatti, poté in qualche modo influire la tragedia lirica in quattro atti Marco Botzaris (1860), scritta dal poeta Giovanni Caccialupi e musicata da Pavlos Carrer (originario di Zante). Come documentato da un articolo apparso sul periodico inglese «The Atenaeum», il dipinto era visibile nello studio fiorentino del pittore già nell’autunno 1863 (Modern italian 1863); la tela, successivamente, venne esposta alla Promotrice di Belle Arti di Genova (Società Promotrice 1865, p. 18).

    Sin dagli anni giovanili, Mignaty si era rivelato una figura cosmopolita gravitante attorno agli intellettuali italiani e inglesi presenti a Cefalonia. Fu infatti grazie all’appoggio di Frederic Adam, alto commissario delle isole Ionie, che attorno al 1843 il pittore poté formarsi a Roma sotto la guida di Tommaso Minardi (Fersi 1895). Stabilitosi poi a Firenze, divenne assieme alla moglie Margherita Albana (1827-1887) – sostenitrice degli ideali risorgimentali italiani, cultrice di poesia dantesca, appassionata di occultismo e corrispondente del «Daily-News» – un punto di riferimento per la colonia angloamericana insediatasi lungo le rive dell’Arno.

    Manuel Barrese

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    Opere di Giorgio Mignaty


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