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Pittore
Giovanni Boldini
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Giovanni Boldini
Giovanni Boldini nasce a Ferrara nel 1842. Sin da bambino si dimostra incline allo studio della pittura; risale solo al 1856 il suo primo Autoritratto che evidenzia il suo precoce talento.
Si trasferisce nel 1864 a Firenze dove non frequenta l’Accademia di Belle Arti, ma piuttosto i ritrovi di pittori e letterati, come il Caffè Doney in via Tornabuoni e il Caffè Michelangelo. In queste occasioni, entra in contatto con Cristiano Banti che lo ospita nel suo studio per i primi tempi e lo introduce agli altri pittori macchiaioli. È molto probabile che nell’estate del 1865 soggiorni a Castiglioncello nella casa del critico Diego Martelli, dove dipinge en plein air insieme agli amici e dove si svolge la primissima stagione macchiaiola del giovane Boldini.
Allo stesso tempo si avvicina a Marcellin Desboutin che lo ospita sia nella Villa dell’Ombrellino a Bellosguardo, sia nel suo studio al centro di Firenze. La fama di ritrattista spigliato si diffonde tra le fila dell’alta borghesia fiorentina e straniera: conosce e lavora per la famiglia Falconer per cui affresca la sala da pranzo del villino a Collegigliato. Al 1867 e al 1868 risalgono i primi viaggi tra Parigi, Londra e Venezia, ma alla fine del 1871 si trasferisce definitivamente a Parigi, dove coltiva una duratura amicizia con Edgar Degas e si fa subito rappresentate di quella pittura dal gusto mondano sponsorizzata da Adolphe Goupil, che lo renderà un pittore di successo. Mentre si afferma tra generali acclamazioni nella Parigi della Belle Époque, Boldini nella seconda metà degli anni Settanta compie un viaggio in Germania dove entra in contatto con Adolf Menzel, per poi proseguire tra Olanda e Spagna. Ormai è completamente convertito alla maniera pittorica che lo identificherà per tutta la vita: una pennellata sintetica, rapida, dinamica in cui la forma si dissolve elegantemente nel colore rutilante che definisce i suoi ritratti più famosi. Al Salon del 1875 presenta Ritratto di Gabrielle Rasty in bianco, donna di cui si innamora, e Il portalettere a cavallo. Alla fine degli anni Settanta esegue alcuni dei suoi ritratti femminili più famosi, come La contessa Rasty in giardino, Due figure in maschera o Giovane seduta sul divano.
Al 1886 risale il Ritratto di Giuseppe Verdi (Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna), con cui partecipa, insieme al Ritratto della signorina E. alla I Biennale di Venezia del 1895. Due anni dopo espone per la prima volta a New York alla Galleria Wildestein. Con il Ritratto della baronessa Malvina-Marie Vitta e altre undici opere partecipa all’Esposizione Universale di Parigi del 1889 ottenendo la medaglia d’oro. All’inizio del Novecento esegue i suoi ritratti più importanti: Il pittore Whistler (Salon di Parigi, 1900 e Biennale di Venezia, 1905), Donna Franca Florio (Biennale di Venezia, 1903). Comincia ad avere problemi alla vista nei primi anni del Novecento e piano piano è costretto ad abbandonare la pittura. Nel 1926 sposa la giornalista Emilia Cardona e muore a Parigi nel 1831.
Elena Lago
Il sito viene aggiornato costantemente con opere inedite dei protagonisti della pittura e della scultura tra Ottocento e Novecento.