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Pittore

Giovanni Zangrando


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Giovanni Zangrando

( Trieste 1867 - 1941 )

Pittore

    Giovanni Zangrando

    Giovanni Zangrando è un pittore triestino nato nel 1867 ed è uno dei protagonisti della pittura triestina a cavallo tra i due secoli. Proviene da una famiglia molto umile, il padre era un falegname e la madre una levatrice, ma appena sedicenne l’Associazione Italiana di Beneficenza lo seleziona per una borsa di studio che lo condurrà a Venezia a frequentare l’Accademia di Belle Arti. Tra i suoi maestri figurano Cadorin, Franco e Molmetti.

    Giovanni Zangrando entra poi nel gruppo di artisti che gravitava introno alla figura di Veruda e che, insieme a Grünhut e Rietti, aveva introdotto echi dell’impressionismo francese nella città. Nel 1889 frequenta invece l’Accademia di Belle Arti di Monaco seguendo gli insegnamenti di Raab, Wagner, Gysis e Lenbach.

    Gli esordi

    Nel 1893 vince il concorso Rittmayer tenutosi a Trieste, avendo la possibilità di recarsi per due anni a Roma, dove prende uno studio a Via Margutta legandosi ad altri pittori e letterati stabilitisi nella Capitale in quegli anni, come Cesare Pascarella e Antonio Mancini. Qui partecipa ad un concorso posizionandosi secondo con l’opera I naufraghi. Lasciata Roma, trascorre poi un periodo a Parigi e in altre capitali europee per poi tornare, nel 1895, a Trieste dove decide di aprire uno studio, e poi, nel 1905, una scuola di pittura insieme a Guido Grimani che gode di molta fama fino 1914.

    Allo scoppio della Prima guerra mondiale Giovanni Zangrando, essendo cittadino italiano, è costretto a scappare da Trieste ancora sotto il dominio asburgico e si rifugia insieme alla moglie, la modella Miete Schmidt, e il figlio in Toscana. Tornerà nella sua città natale alla fine del conflitto, in una Trieste ormai italiana.

    Giovanni Zangrando: un abile ritrattista e paesaggista

    Giovanni Zangrando ha molto successo soprattutto come ritrattista, esegue anche il ritratto di Sophie Hohenber, la moglie dell’Arciduca asburgico Francesco Ferdinando, il cui assassinio darà il via alla Grande Guerra. Per realizzare il ritratto della duchessa l’artista deve recarsi più volte in Boemia, al Castello di Konopiště. Molti ritratti che realizza vengono esposti a diverse manifestazioni a cui partecipa. Infatti è ospite all’Esposizione Nazionale di Roma del 1893 con l’opera Ritratto, e partecipa con un altro Ritratto alla Biennale di Venezia nel 1907.

    Nel periodo in cui è a Trieste, partecipa anche a molte edizioni del Circolo Artistico, come a quella del 1928 esponendo i due ritratti Irene e Maria. Nel 1930 vi partecipa con le due opere Giornata di sole e La Rossa. Nel 1935 espone Nudo; partecipa invece nel 1939 con Ritratto e Paesaggio; e nell’edizione del 1940 presenta Bosco del Cadore, luogo dove spesso trascorrele vacanze. I paesaggi sono un soggetto a cui Giovanni Zangrando si dedica parallelamente ai quadri di figura, e sono soprattutto paesaggi impressionistici tratti dal vero, caratterizzati da una pennellata vibrante e rapida. Per Giovanni Zangrando infatti l’Arte è una continua appassionata osservazione.

    Uno stile dalle molte influenze

    Lo stile di Giovanni Zangrando vive un’evoluzione durante tutta la sua carriera: a Venezia studia il cromatismo veneto ed entra in contatto con l’impressionismo francese tramite Veruda; quando frequenta l’Accademia monacense viene influenzato dal realismo e dall’illuminismo fotografico tedesco; e dopo il periodo romano, ma soprattutto in seguito al soggiorno parigino, schiarisce la sua tavolozza adottando il luminoso manierismo impressionista. Giovanni Zangrando ingloba tutte le influenze ricevute in uno stile personale che sa modulare il gusto del vero, i giochi di luce e un cromatismo gioioso ed armonico.

    Le opere di Giovanni Zangrando sono conservate, oltre che in collezioni private, in alcuni musei italiani, soprattutto a Trieste, come per esempio La vedova (18949, Ritratto di Giacomo Calligaris (1902) e Ritratto della moglie (1917) al Museo Revoltella.

    Giovanni Zangrando muore nel 1941 a Trieste e l’anno successivo il capoluogo giuliano organizzerà una grande esposizione postuma per celebrare il suo pittore.

    Emanuela Di Vivona

     

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