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Pittore

Girolamo Cairati


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Girolamo Cairati

( Trieste 1860 - Monaco di Baviera 1943 )

Pittore

    Girolamo Cairati

    Girolamo Cairati nasce a Trieste nel 1860, ma compie i suoi studi a Milano, città paterna, dove si laurea in ingegneria al Politecnico. Versato nella pittura, dopo la laurea, inizia a frequentare lo studio milanese del pittore scapigliato Luigi Conconi. Inizialmente, si specializza nella figura ed inoltre, il maestro lo introduce alla tecnica dell’acquaforte monotipata, che costituisce anche uno dei suoi primi medium espressivi.

    Negli anni Ottanta, esegue ed espone dipinti di figura che hanno subito il merito di mostrare quello che è stato definito dalla critica uno «spirito colto e meditativo, che ricerca sempre l’anima segreta delle cose». La Cucitrice inviata alla Mostra di Torino del 1889, insieme a Prato in fiori e Testa di donna del 1890 seguono proprio la linea di una pittura simbolica, proveniente sicuramente dal gusto misterioso, brumoso ed enigmatico di Conconi.

    Un paesaggismo evocativo di matrice secessionista

    A poco a poco, abbandona la figura per dedicarsi esclusivamente al paesaggio. Le opere esposte alla Mostra Nazionale di Roma del 1893, A Vespero e Pace, chiariscono immediatamente il valore elegiaco ed intimo che l’autore conferisce al paesaggio, visto come una rappresentazione della sua interiorità.

    Nel 1894, Girolamo Cairati si trasferisce a Monaco di Baviera, città in cui viene permeato immediatamente dalle tendenze simboliste e perturbanti della Secessione. I suoi paesaggi appaiono sempre di più come un richiamo alle enigmatiche e mitiche concordanze di Böcklin, ma allo stesso tempo presentano anche un tocco pittorico di natura quasi grafica, in cui il segno asciutto e scuro lo lega indissolubilmente all’ambito secessionista.

    Crepuscoli e notturni

    Dal 1897 al 1932, partecipa quasi senza interruzione alle Biennali di Venezia. Il suo esordio presso la rassegna internazionale viene segnato dal dipinto Novellando e viene seguito da altre cinque opere nel 1899: la suggestiva e caliginosa Notte sul lago, Settembre a Scheischeim, Studio di paese, Tramonto e la figura delicata e misteriosa della Bagnante.

    Fortemente attratto dalla poesia dei luoghi che ritrae, sembra trasfigurare alla perfezione la presenza sottile di un genius loci che traspare dalle acque di piccoli laghi e stagni, che diffondono il vapore nelle notti oscure, o dagli alti alberi i cui tronchi vengono attraversati da diafane presenze fantasmatiche, come in Ore notturne, esposto alla Biennale del 1901, insieme a Notte sul Garda e Sera. Nel 1903, espone due tra le sue tele più conosciute e profonde, Tramonto in pineta e Cavaliere nero, opera che presenta anche a Düsseldorf l’anno successivo.

    Gli Angoli reconditi d’Italia

    Tappa fondamentale nella carriera di Girolamo Cairati è la personale del 1909 alla Biennale di Venezia. Tra le trenta opere esposte, tutte caratterizzate da una pennellata brumosa e da un tonalismo scuro, vi sono Sera nella campagna romagnola, Novembre in Val di Sogno, Sera sul Lago di Albano, Autunno sul Garda, Cipresso solitario, Tramonto Umbro-Assisi e Verso sera nella Villa Falconieri.

    Si tratta di un viaggio nell’Italia provinciale delle ore serali e notturne, infatti, la sala è intitolata Angoli reconditi d’Italia. È la visione acuta, sensibile ed idilliaca di un italiano che vive fuori dal suo paese e lo narra senza le consuete celebrazioni dei luoghi più centrali e conosciuti, ma attraverso uno sguardo alla bellezza affascinante e crepuscolare delle periferie. Le sovraporte della sala, con la Lupa di Roma e Il leone di Venezia, tra l’altro, sono state dipinte da Ida Amman Cairati, sua moglie.

    Gran parte delle opere eseguite tra gli anni Dieci e Venti sono pastelli fissati, secondo una tecnica messa a punto dall’artista stesso. Architetture medievali e rinascimentali si uniscono a paesaggi silenziosi ed elegiaci, che continua ad esporre alle Biennali. L’ultima cui partecipa è quella del 1932, dove espone La sera scende sul Clitunno e Il castello di Mantova.

    Elena Lago

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    Opere di Girolamo Cairati


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