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Scultore

Giulio Passaglia


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Giulio Passaglia

( Firenze 1879 – 1956 )

Scultore

    Giulio Passaglia

    Giulio Passaglia nasce a Firenze nel 1879. Figlio dello scultore Augusto, lo affianca ancora molto giovane nella decorazione della facciata del Duomo di Santa Maria del Fiore, inaugurata nel 1903. «Dal padre ha ereditato l’onestà dei costumi, l’amore al lavoro, il rispetto alla forma, al disegno; l’attaccamento alla tradizione classica. Ha esposto in varie esposizioni con lode e fortuna e s’è schiuso il più lusinghiero avvenire[1]». Queste sono le parole dedicate allo scultore nel catalogo dell’Esposizione Fiorentina Primaverile del 1922, quando ha già alle spalle una serie di partecipazioni alle mostre nazionali più importanti nel corso degli anni Dieci.

    La prima produzione di Passaglia: tra naturalismo e liberty

    L’esordio ufficiale di Giulio Passaglia avviene alla Promotrice di Belle Arti di Genova del 1910, con la scultura in bronzo Prime mosse, riproposta nel 1912 alla Mostra di Firenze insieme a Il pianto, opere di genere che, pur rappresentando la sua prima produzione, già manifestano una maniera spigliata nel rendere i movimenti e le pose delle figure nello spazio, assecondando volumi sodi e compatti, di forte impianto naturalista.

    Al 1914 risale la prima partecipazione dell’autore alla Biennale di Venezia con il bronzo Sulla neve e nello stesso anno propone la Danzatrice a Firenze. Scioltezza espressiva e arditezza della posa contraddistinguono questo brano liberty in cui le membra nude e solide della ballerina si muovono dolcemente nello spazio, in un leggiadro passo di danza. Peraltro, una Danzatrice in bronzo del 1914 è conservata presso il Museo d’Arte Italiana a Lima.

    Gli anni Venti e Trenta: tra sculture funebri e monumenti ai caduti

    Nel primo dopoguerra Passaglia raggiunge il pieno successo, non solo presso le esposizioni, ma soprattutto come autore di monumenti ai caduti e di monumenti funebri.

    Tra di essi, spicca il monumento eseguito nel 1923 per il Palazzo delle Poste in via Pellicceria, dedicato a Vittorio Locchi, un giovane dei postetelegrafonici caduto durante la guerra. In questi anni, Passaglia esplora le forme della statuaria classica e della scultura fiorentina del Cinquecento, come ben si nota dalla figura femminile nella nicchia del palazzo delle Poste, allegoria della Patria.

    Lo studio dei maestri antichi, che si inserisce perfettamente nelle poetiche del ritorno all’ordine, emerge anche dalle opere presentate nel corso degli anni Trenta a Firenze, tra cui il busto L’apostolo comparso presso la V Mostra d’Arte Regionale Toscana del 1931. Torso di bagnante viene invece proposto nel 1934: il non finito e il classicismo si uniscono in un equilibrato nudo femminile che rappresenta nel grande formato l’armonia delle piccole danzatrici nude esposte nel 1936 alla Galleria Genovese d’Arte di Genova: «Lo scultore Giulio Passaglia, presenta degli animali, fra cui un gallo notevolissimo, e varie figurine di danzatrici…»[2].

    Diverse sono poi le opere che Passaglia esegue in America Latina, come il monumento al generale Sucre a Caracas. Continua ad esporre figure femminili e animali fino agli anni Quaranta e muore a Firenze nel 1956.

    Elena Lago

     

    [1] F. Petriccione, Società delle Belle Arti di Firenze – La Fiorentina Primaverile, catalogo della Mostra (Firenze, 8 aprile – 21 luglio 1922), Firenze 1922, p. 168.

    [2] A.D, Esposizioni. Genova – Somelli e Passaglia, «L’artista moderno. Rivista d’arte pura ed applicata, XXXV, 1-2, 1936, p. 46

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