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Pittore

Giuseppe Baldrighi


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Giuseppe Baldrighi

( Stradella 1722 - Parma 1803 )

Pittore

    Giuseppe Baldrighi

    Fu uno degli interpreti più dotati della cultura artistica parmense della seconda metà del XVIII secolo. Abbiamo scarse notizie riguardo la sua formazione. La famiglia risulta residente a Napoli dal 1729, dove probabilmente l’artista apprese i primi rudimenti in campo pittorico. A tal proposito Bertoluzzi ipotizza un suo apprendistato presso Vincenzo Meucci, tesi tutt’ora da confermare. In questa sede avrebbe dipinto il Ritratto di Antonio dei Medici noto attraverso un’incisione del Pazzi, il collezionista che nel 1768 vendette agli Uffizi diversi autoritratti tra i quali quello del Baldrighi.

    A partire dal 1750 fu a Bologna e risulta iscritto tra i soci onorari dell’Accademia Clementina. Grazie all’abilità di miniaturista attirò l’attenzione del ministro Du Tillot che lo appoggiò presso Don Filippo di Borbone, garantendogli una rendita a sostegno degli studi di perfezionamento. Tale percorso formativo fu portato a termine a Parigi dove risiedette tra il 1752 e il 1756.

    Frequentò la scuola di Boucher per poi venire a contatto con ulteriori esperienze come quelle di La Tour, Liotard, Duplessis, Desportes e tessendo amicizie con Vien, Cochin, e Oudry. Perfezionò la tecnica del pastello a Parigi, dove fu individuato come buon ritrattista. Tra i ritratti eseguiti a Versailles risulterebbero alcune teste della Duchessa Louise Elizabeth e la signora Bonnet. La fiducia conquistata gli procurò incarichi diplomatici.

    La critica attribuisce ancora alla fase parigina un ritratto non troppo convincente di Jacopo Sanvitale in veste di arcade, differente dalla Carità romana del Museo di Angers che gli garantì la nomina a professore dell’Accademia Reale nel 1756. La sua pittura può ben definirsi laica e influenzata da modelli francesi, riconoscibili anche nella collezione privata di Du Tillot. L‘Autoritratto con la moglie è generalmente valutato come il capolavoro di Baldrighi, ora alla Galleria Nazionale. Come testimonia il Bertoluzzi ebbe una gran passione per gli animali che inserì in numerose composizioni.

    Divenne nel 1760 professore dell’Accademia Ducale di Parma, con l’incarico di maestro di pittura della principessa Isabella di Borbone. La critica assegna a Baldrighi anche il Ritratto di don Ferdinando degli Ospedali di Parma. Il Ritratto di gruppo di San Francesco, precedentemente attribuito al Ferrari è del Baldrighi (1765), secondo la ricostruzione di Natale. Nel 1767 si dedicò alla sua unica opera religiosa, Il trionfo della Fede eseguita per la cappella di Colorno, su commissione di don Ferdinando. Quest’ultima opera definisce il limite oltre al quale rimane un vuoto da indagare che giunge fino alla data della morte 1803.

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