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Pittore

Giuseppe Biasi Da Teulada


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Giuseppe Biasi Da Teulada

( Sassari 1885 - Biella 1945 )

Pittore

    Giuseppe Biasi Da Teulada

    Quotazioni di Giuseppe Biasi da Teulada

    Gli oli su tela o su tavola a soggetto sardo di Giuseppe Biasi da Teulada hanno quotazioni tra i 3.000 euro e i 15.000 euro a seconda del soggetto e delle dimensioni. Cifre più alte per le grandi tele con molte figure in processione o in episodi di folklore. Le incisioni vanno dai 180 euro ai 2.000 euro, mentre le stime delle tecniche miste su carta si attestano attorno ai 2.500/5.000 euro.

    Le stime proposte sono orientative. Ogni opera ha bisogno di una sua quotazione, che dipende da fattori come dimensioni, periodo, soggetto, tecnica: per questo consigliamo di inviarci una foto della vostra opera di Giuseppe Biasi da Teulada per ottenere una stima precisa e aggiornata.

    Biografia

    Giuseppe Biasi da Teulada nasce a Sassari nel 1885 da una famiglia nobile di origini veronesi. Fin da giovanissimo mostra la sua predisposizione al disegno, pubblicando numerose caricature sui giornali locali come il “Burchiello” e i “Massinelli” nei primi anni del Novecento. Nel 1904 si trasferisce a Roma per intraprende gli studi in Legge, ma parallelamente continua la sua esperienza come illustratore e nel 1905 inizia la collaborazione con i giornali romani “La Patria”, “L’Italie” e “L’avanti della Domenica”.

    Ottiene il primo riconoscimento in questo campo nel 1907, vincendo il concorso per l’illustrazione della copertina del “Giornalino della Domenica”. Nel 1908 consegue la laurea in Giurisprudenza, ma quella non è la sua strada e dedica la sua vita completamente alla ricerca artistica. All’anno successo, infatti, risale il disegno acquarellato Processione nella Barbagia di Tonni con il quale partecipa alla Biennale di Venezia del 1909.

    Il fascino per la Sardegna e le sue tradizioni sono i soggetti principali di moltissime sue opere, come per i lavori esposti alla Secessione romana del 1913: Mattino in un villaggio sardo, Melodia Nostalgica e Sardegna Mistica. Partecipa anche all’edizione successiva della Secessione del 1914 con Natale e La Sposa. Nello stesso anno Giuseppe Biasi da Teulada è tra gli artisti che espongono alla Biennale di Venezia e partecipa con due opere La processione di Cristo e Sere di festa a Teulada – Sardegna. L’ultima manifestazione che lo vede ospite prima dello scoppio della Grande Guerra è la Terza Secessione romana del 1915 in cui espone Scene della Sardegna.

    Tra Milano e l’Egitto

    Dopo l’entrata in guerra dell’Italia Giuseppe Biasi da Teulada decide di arruolarsi come volontario, riportando però una ferita alla gamba che lo renderà claudicante per il resto della vita. Al termine del conflitto si trasferisce a Milano, ma il legame con la Sardegna è sempre viscerale e nel 1917 organizza proprio nella città lombarda, alla Galleria del Caffè Cova, una mostra di autori sardi in cui compaiono le sue opere insieme a quelle di Edina Altara (1898-1983), Melkiorre Melis (1889-1982) e Primo Sinopico, pseudonimo di Raoul de Chareun (1889-1949). In quegli anni collabora anche con la scrittrice sarda Grazia Deledda illustrando L’incendio dell’oliveto pubblicato nel 1918 su “La Lettura”.

    L’anno successivo realizza i bozzetti per le scenografie e i costumi per il dramma La Grazia di Vincenzo Michetti con testi di Grazia Deledda. Questi lavori saranno poi esposti alla Biennale di Monza del 1923 e all’Esposizione Internazionale di Parigi del 1925, grazie ai quali otterrà una medaglia d’oro.

    Il pittore, nel 1924, sente la necessità di intraprendere un lungo viaggio in cerca di nuove ispirazioni e parte alla volta dell’Egitto, qui espone nel 1926 ad Alessandria d’Egitto e partecipa ad una collettiva al Salon del Cairo. Opere come Danza araba e Beduino riflettono le suggestioni tematiche e coloristiche scaturite in Nord Africa.

    Il rientro in Sardegna e la fervente attività espositiva

    Nel 1927 Giuseppe Biasi da Teulada rientra in Sardegna e intraprende un viaggio dell’isola incastonando nella sua memoria le immagini della sua terra e le sue tradizioni.

    Partecipa a due edizioni della Biennale di Venezia nel 1928 e nel 1930, esponendo due opere in entrambe le manifestazioni: La Teletta e Serenità nella prima; Ragazze di Osilo e Processione nella seconda. Nel 1928 si presenta anche alla I Biennale d’Arte Sarda a Cagliari e l’anno successivo fonda “Famiglia Artistica Sarda”, un’associazione nata con l’intento di raggruppare tutti gli artisti isolani, ma che purtroppo avrà vita breve. Espone alla Prima Quadriennale romana del 1931 l’olio Fasha, testimone del suo viaggio in Egitto, e nello stesso anno partecipa all’Esposizioni di Arte Coloniale a Roma, mentre nel 1932 e 1934 a quella di Tripoli.

    Giuseppe Biasi da Teulada ottiene anche importanti commissioni pubbliche e private, come la decorazione della Villa dei conti di Sant’Elia a Viareggio nel 1930 e la decorazione della stazione ferroviaria di Tempio Pausania, nel sassarese, nel 1932 in cui dipinge delle scene di vita sarda.

    Negli anni Trenta partecipa anche a varie Sindacali Fasciste: nel 1933 a Firenze con Pomeriggio e Mattino; nel 1937 a Napoli con Paesaggio e Maternità; nel 1941 a Milano con Ragazze di Pescatori.

    È nuovamente in Sardegna nel 1941 per lavorare ai cartoni per il mosaico del Palazzo della Giustizia di Sassari e ai disegni per la decorazione della chiesa di Fertilia, sempre a Sassari. Si trasferisce poi a Biella per la decorazione dell’Ospedale e qui rimane a causa dello scoppio della Seconda guerra mondiale, senza poter più rientrare nella sua amata Sardegna. Morirà, infatti, pochi anni dopo, al termine del conflitto. L’artista viene arrestato poiché ritenuto simpatizzante fascista e perde tragicamente la vita ad Adorno Micca nel 1945, durante il trasferimento insieme ad altri prigionieri.

    Il legame con la Sardegna e la matrice secessionista

    La Sardegna è la grande ispirazione dei pennelli di Giuseppe Biasi da Teulada, sia quella severa e pastorale della regione montuosa a nord, sia quella più elegante della regione marinara del centro-sud. Biasi rimane particolarmente affascinato dalla zona di Teulada e per questo motivo aggiungerà questo luogo alla sua firma.

    Trova un grande interesse nel rappresentare i contadini, i pastori ed i pescatori della sua isola, in abiti, scene e feste tradizionali. L’artista non ha però un intento verista, preferisce al contrario lasciare spazio agli impulsi della sua fantasia: si serve della realtà solo come punto di partenza per poi trasfigurarla con la sua tavolozza e il suo estro creativo attraverso un tratto moderno e secessionista, fatto di linee nette e spezzate, e da un colore scuro e terroso, steso a large campiture piatte che conferisce una certa bidimensionalità alle composizioni.

    L’amore e il forte fascino per la sua terra sono testimoniati anche dal libro Arte Sarda che pubblica a Milano nel 1935 insieme a Giulio Arata, un testo fondamentale per studiare e comprendere la storia delle tradizioni sarde.

    Emanuela Di Vivona

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