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Pittore

Giuseppe Cellini


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Giuseppe Cellini

( Roma 1855 -1940 )

Pittore

    Giuseppe Cellini

    Giuseppe Cellini nasce a Roma nel 1855. Si forma all’Istituto di Belle Arti dal 1873, per poi passare ai corsi di disegno applicato del Museo Artistico Industriale, dove si diploma nel 1880. Si inserisce perfettamente nel clima culturale della Roma simbolista, frequentando sin da subito l’ambiente della rivista “Cronaca Bizantina”.

    Tra Simbolismo e liberty a Roma

    Grazie al contatto con il principe Baldassarre Odescalchi, inizia a partecipare a salotti mondani e culturali, conoscendo nel 1882 Gabriele D’Annunzio, di cui diventerà amico e collaboratore. Nello stesso anno all’Associazione Artistica Internazionale, conosce Nino Costa che lo introduce alla Scuola Etrusca e al simbolismo preraffaellita. Nel 1885, sempre nell’ambito della Scuola Etrusca partecipa alla mostra degli Amatori e Cultori di Belle Arti, con una serie di acquarelli evocativi in cui il paesaggio assume una valenza mistica ed emotiva: Dentro RomaVerso seraMonti Parioli e San Domenico.

    Ormai, pienamente legato all’ambiente artistico simbolista della Capitale, nel 1886 partecipa alla fondazione, insieme a Nino Costa, dell’associazione In Arte Libertas, propaggine della Scuola Etrusca. La prima mostra viene organizzata presso lo Studio Giorgi in via San Nicola da Tolentino e vede protagonisti questi tutti gli artisti che partecipavano agli incontri del Caffè Greco con Angelo Conti, il Doctor Misticus. Cellini, nettamente orientato verso la parte preraffaellita di In Arte Libertas e affine alle tendenze dell’estetismo europeo, nel 1884 aveva pubblicato l’importante articolo Per la bellezza su “Cronaca Bizantina”, passata sotto la direzione di D’Annunzio.

    Le decorazioni della Galleria Sciarra

    Poco dopo, riceve da lui l’incarico di elaborare la copertina del periodico: realizzerà le Tre Grazie che nell’abbigliamento forniscono un evidente rimando alla Teodora dei mosaici bizantini ravennati. E ancora nel 1886, partecipa, insieme ad altri artisti, alla realizzazione delle illustrazioni dell’Editio picta dell’Isaotta Guttadauro di D’Annunzio. Due anni dopo, viene incaricato da Maffeo Sciarra di decorare la sede di “Cronaca Bizantina” in Palazzo Sciarra.

    Un insieme di rituali femminili, su sfondo rosso pompeiano, che riassumono le virtù della donna borghese di fine Ottocento. Un linguaggio evocativo e liberty emerge da questa decorazione raffinata e senza precedenti. Nel 1889 e fino al 1892 si sposta in Portogallo per insegnare alla Scuola di Belle Arti di Lisbona e a quella di Arti Applicate di Oporto. Dopo brevi soggiorni a Modena e Napoli, nel 1894 è di nuovo a Roma. Nel 1896 espone a Napoli Vespro autunnale e intanto collabora come grafico e studioso alla rivista di De Bosis, “Il Convivio”.

    Non smette mai di dedicarsi all’attività decorativa: nel 1897 si occupa delle decorazioni, degli arredi e dell’allestimento della collezione d’arte della Villa Anziani a Batteria Nomentana. Collabora ancora con D’Annunzio come illustratore della Francesca da Rimini, delle Laudi e di Forse che sì forse che no.

    Il suo intenso lavoro pittorico continua per tutti i primi del Novecento, infatti, nel 1901 partecipa alla I Biennale di Venezia con Sulla via Nomentana, mentre nel 1905 espone Per un verso portoghese. L’anno prima era entrato a far parte del gruppo dei XXV della Campagna Romana, contribuendo al movimento con una serie di idilliache vedute e paesaggi ricchi di elementi simbolisti.

    Risale al 1906 la sua nomina ad Accademico di San Luca e al 1925 l’ammissione ai Virtuosi del Pantheon. Decora poi la sala di lettura della Biblioteca Casanatense e la cupola della Chiesa di Santa Rosa a Viterbo con L’Agnello mistico. Dipinge ed espone fino agli anni Venti. Muore a Roma nel 1940.

    Elena Lago

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