OPERA NON DISPONIBILE
OPERA NON DISPONIBILE

Giuseppe Ferrari

(Ferrara 1804 - 1864)

Cavaliere arabo

Misure: cm 47 (A) x 21 x 23

Tecnica: scultura in bronzo

Firmato alla base “G. Ferrari Roma”

 

Giuseppe Ferrari, scultore nativo di Ferrara, ma attivo soprattutto a Roma nella metà dell’Ottocento, è prevalentemente noto per la produzione di genere e per i soggetti orientalisti in bronzo, particolarmente graditi al mercato e all’imperante gusto borghese dell’epoca.

Nonostante l’autore sia noto anche per le sculture di carattere funerario o celebrativo, esiste un suo cospicuo corpus di opere, passate sul mercato antiquario, dedicate a cavalieri, beduini, cacciatori arabi o africani, di modeste dimensioni e particolarmente interessanti soprattutto per la ricchezza dei particolari, gestiti con minuziosa e lenticolare attenzione al vero.

Il cavaliere arabo è una scultura perfettamente in linea con il gusto orientalista in voga nel mercato artistico di metà e fine Secolo, caratterizzata da un spiccato gusto verista che, certamente, ancora risulta debitore del decorativismo di stampo romantico. Nella prima metà del XIX secolo, sono stati principalmente gli artisti francesi, seguiti poi dagli italiani e dagli spagnoli, a esplorare l’Oriente e il Nordafrica, donando al genere orientalista una popolarità senza precedenti. Dall’Oriente vagheggiato dei misteri, delle odalische, dei fumatori d’oppio, gli artisti si aprono lentamente a una ricerca più veristica e di sapore etnografico, che dalla “fantasia araba” si trasforma in un vero e proprio saggio sui costumi locali. Soggetti come Cavaliere arabo, eseguito da un autore che ha probabilmente solo visto illustrazioni e letto racconti sui luoghi esotici senza visitarli di persona, hanno contribuito a creare l’immaginario di un Oriente decorativo ma anche curiosamente autentico.

Nella Roma della metà dell’Ottocento, numerose erano le gallerie antiquarie e le botteghe che sfoggiavano un vasto ventaglio di manufatti stravaganti, accompagnati da quadri e sculture di soggetto orientalista. Il gusto per l’esotismo espresso nel Cavaliere arabo di Ferrari si trova a metà tra l’approccio verista e quello idealizzante di profilo romantico. L’assoluta attenzione ai dettagli impressa nel vivo bronzo rivela un raffinato e singolare repertorio degli oggetti portati dal beduino seduto  sul dorso del cammello, probabilmente pronto ad attraversare il deserto per proporre le proprie merci in un mercato locale. Dalle otri alle stoffe, dalle pellicce alla gabbia con le galline, dai frutti che sporgono dalla retina alla capretta trasportata dalle zampe, ogni animale, ogni oggetto rappresentato sfoggia una tecnica impeccabile. Il bronzo appare vibratile e fremente al contatto con la luce, che mette in evidenza i dettagli più sporgenti, come quello della piccola scimmia che, impertinente, avanza lateralmente, pur se legata ad una delicatissima cordicella di bronzo che attraversa lo spazio. Oltre a essere una scultura orientalista è dunque anche una preziosa opera animalier, in cui il cammello, la scimmietta e gli altri animali trasportati dal cavaliere col turbante spiccano per la freschezza dei particolari e per la perfezione delle anatomie.

 

Elena Lago

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