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Scultore

Giuseppe Tonnini


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Giuseppe Tonnini

( Loreto 1875 - Roma 1954 )

Scultore

    Giuseppe Tonnini

    Giuseppe Tonnini nasce a Loreto nel 1875, figlio di un muratore, si trasferisce a Roma alla morte del padre, continuando a lavorare per aiutare la famiglia. Affascinato dall’arte scultorea entra come garzone nella bottega di Giuseppe Luchetti, dove apprende la tecnica dell’intaglio del marmo. Grazie a questo lavoro riesce a frequentare la Scuola d’arte e il Museo Artistico industriale diretto da Raffaele Ojetti, dove affina sempre di più le sue capacità. 

    La produzione storico-celebrativa tra il Risorgimento e le due guerre

    Nel 1902 partecipa ad un concorso indetto per la realizzazione del busto del Colonnello garibaldino Giuseppe Bruzzesi, di cui esce vincitore, e che oggi è situato sul viale del Gianicolo. Nella passeggiata sul collo romano verrà posto anche un altro busto di mano dell’artista nel 1920, raffigurante Melchiorre Catoni. Nel 1904 invece riceve un incarico per eseguire la targa celebrativa alla memoria del Generale Menotti Garibaldi, collocata sulla facciata di Palazzo Valentini. 

    Durante lo stesso anno lavora al ritratto funebre del marchese Gianluca Solari nella cappella del Cimitero di Loreto, e nel 1907 realizza il monumento dedicato ad Umberto I a Ronciglione, oggi situato nei giardini. Durante la sua carriera si occupa di numerose opere celebrative, come i monumenti ai Caduti di Camerino, Bitetto, S.M. Capua Vetere, Cerveteri, Matelica e Pescasseroli.

    L’intervento decorativo all’Altare della Patria

    In questi primi anni di attività, l’artista ha la possibilità di collaborare con Giuseppe Sacconi alla realizzazione di diversi gruppi decorativi dell’Altare della Patria. I più celebri sono la coppia di leoni alati collocati ai lati dello scalone di accesso che esegue tra il 1908 e il 1910. A livello iconografico richiamano la cultura assiro-babilonese, molto apprezzata in epoca liberty.

    Realizza poi sempre per il Monumento a Vittorio Emanuele II la porta laterale sulla cui sommità si staglia la testa alata di Minerva; i trofei di guerra posti sulle quattro colonne del propileo di sinistra e i simboli della scienza nei lacunari bronzei del Sommoportico. Qui esegue inoltre la scultura rappresentante una delle Regioni italiane: le Marche, sua terra di nascita.

    L’opera celebrativa-religiosa di San Francesco d’Assisi

    La sua consacrazione come artista avviene nel 1927 con l’inaugurazione del Monumento a San Francesco d’Assisi ubicato in Piazza di Porta San Giovanni a Roma, commissionatogli per il centenario della morte del Santo.

    Su un basamento a gradoni di tufo si erge la figura del San Francesco raffigurato a braccia in alto con i palmi rivolti verso la Basilica lateranense. Alle sue spalle, lo accompagnano cinque frati, colti in diverse posizioni e altezze che richiamano un impianto teatrale. Sulla base del complesso statuario sono stati riportati i versi dell’XI canto del Purgatorio di Dante dedicati al Santo francescano. La figura è realizzata attraverso una salda volumetria, vicina ai dettami dello studio dell’arte Trecentesca e del ritorno all’ordine, ma influenzata anche da un delicato decorativismo liberty.

    Un interprete del ritorno all’ordine e della propaganda fascista

    L’artista ha ormai affermato il suo nome e partecipa ad alcune rassegne nazionali: nel 1932 espone alla Mostra del Sindacato fascista del Lazio la scultura Danzatrice, testimone dell’adesione alle istanze novecentiste, caratterizzata da volumi e forme ben definiti, rigidi e legati alla scultura Tre e Quattrocentesca; nel 1937 presenta ad un’edizione successiva della Sindacale del Lazio Ritratto, e vi torna anche nel 1942 con un Ritratto in bronzo.

    Lo scultore gode dei favori e degli apprezzamenti dal regime, soprattutto per la capacità di farsi interprete delle strategie di propaganda fascista. Riceve infatti l’incarico di realizzare una delle due monumentali statue poste all’ingresso dell’Ex Collegio Navale di Ostia. L’edificio, progettato da Giuseppe Boni nel 1934, nasce per fornire l’educazione scolastica agli orfani. Ad incorniciare l’ingresso principale vengono istituite le sculture dell’Educazione Fisica, realizzata da Giuseppe Tonnini, e l’Educazione Intellettuale, opera di Sergio Vatteroni. L’opera dell’artista aderisce pienamente ai canoni monumentali, ideologici e propagandistici del regime, visibile dalla vigorosa impostazione frontale, dall’esaltazione della possenza fisica, e dalla severità dei tratti fisiognomici.

    Lo scultore, su commissione del regime, lavora anche al bassorilievo dell’Arengario della Casa del Fascio, l’attuale Palazzo M a Latina.

    Diviene poi socio onorario dell’Accademia Nazionale di San Luca, dove ricopre l’incarico di commissario nel 1944 e di presidente nel 1947. Scompare a Roma nel 1954.

    Emanuela Di Vivona

     

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