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Pittore

Gregorio Sciltian


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Gregorio Sciltian

( Rostov 1900 – Roma 1985 )

Pittore

    Gregorio Sciltian

    Quotazioni di Gregorio Sciltian

    La prima produzione neo-caravaggista di Gregorio Sciltian degli anni Venti oscilla tra i 4.000 euro  e i 16.000 euro. I trompe l’œil e i soggetti dal sapore rarefatto, metafisico e magico con manichini vanno dai 10.000 euro ai 20.000 euro e oltre. Le composizioni molto grandi e ricche di particolari superano queste cifre: il record d’asta del 1992 di 56.482 euro è per la Libreria magica, natura morta complessa e allegorica.

    Le quotazioni suggerite sono solo indicative. Dipendono infatti da molti fattori come la dimensione, il soggetto e l’anno. Consigliamo di inviarci una foto della vostra opera di Gregorio Sciltian per ottenere una valutazione personalizzata e gratuita.

    Biografia

    Nato in Armenia, si forma presso il Ginnasio di Mosca per volere del padre notaio, ma la sua vera vocazione è la pittura, tanto che decide di iscriversi all’Accademia di Belle Arti di San Pietroburgo.  In questo periodo si interessa ad Aubrey Beardsley e alla sua grafica simbolista.

    Il suo esordio avviene molto precocemente a Rostov, con Donna alla finestra, dipinto di matrice futurista. Ben presto, questo interesse verso l’Avanguardia viene abbandonato in favore di un puro e sincero ritorno all’antico, non solo dal punto di vista iconografico, ma anche dal punto di vista tecnico.

    Il rapporto con l’antico

    Alla stregua dei maestri antichi, Sciltian dipinge ad olio su tela o su tavola, facendosi interprete di un cromatismo ricco di chiaroscuri, che prende spunto dall’osservazione dei pittori del Cinquecento e del Seicento. Approda a Vienna nel 1919 e si perfeziona presso l’Accademia di Belle Arti, ma la vera svolta per il pittore avviene nel 1923, con il trasferimento a Roma, dove trova uno studio a Campo de’ Fiori.

    I musei visitati in Russia e a Vienna non sono nulla in confronto a tutto quello che può vedere a Roma e in Italia: inizia a studiare Caravaggio in San Luigi dei Francesi e nelle Gallerie vicinissime al suo studio. Si spinge verso un ritorno all’antico che ha contatti con il presente, soprattutto nella realizzazione di ambientazioni quasi metafisiche.

    Tra ritratti e trompe l’œil, il realismo magico di Sciltian

    Si specializza nei ritratti e soprattutto nell’esecuzione di trompe l’œil: armadi, vetrine, scarabattoli, scrivanie dalla luminosa cromia ripropongono le illusioni di maestri fiamminghi come Cornelis Gijsbrechts. Le trasparenze delle ampolle, la confusione delle scrivanie, pagine ingiallite e simboli di vanitas popolano le opere di Gregorio Sciltian, che cita direttamente autori come Caravaggio, Antonello da Messina o Vermeer.

    Negli anni Venti espone presso la Galleria Bragaglia, e alla Biennale di Roma del 1925 presenta Strumenti musicali, con i tipici elementi allegorici dell’arte antica. L’anno successivo espone Biondo corsaro alla Biennale di Venezia e poco dopo passa alcuni anni a Parigi, esponendo al Salon des Indépendants del 1927.

    Nel 1936, rientrato in Italia, presenta alla Biennale di Venezia Bacco all’osteria, una citazione del San Matteo e del Bacco caravaggeschi, trasportati in una dimensione moderna e rarefatta, che si avvicina molto al linguaggio di Pietro Annigoni. A questo periodo appartengono poi numerosi trompe l’œil come Natura morta con strumenti musicaliDrappo appesoFiori e fruttaNatura morta con libri e una serie di ritratti tra cui quello di Peppino de Filippo, sempre trattati attraverso le consuetudini antiche.

    I Pittori Moderni della Realtà

    Nel 1947 è firmatario del Manifesto dei Pittori Moderni della Realtà, insieme ai fratelli Xavier e Antonio Bueno e a Pietro Annigoni, affermando, questa volta tramite un manifesto programmatico, la sua totale adesione ai modelli antichi e alla realtà, per dichiarare la lontananza da qualsiasi astrattismo o derivazione informale.

    Negli anni Cinquanta stabilisce il suo studio in Palazzo Trivulzio a Milano, ma spesso soggiorna a Gardone Riviera, per dedicarsi allo studio del Manierismo di area lombarda. Partecipa a diverse mostre insieme ai Pittori Moderni della Realtà e alla Biennale di Venezia del 1950 invia il trittico Pagine di Storia.

    Realizza poi costumi e scenografie per il Maggio Musicale Fiorentino del 1953 e per la Scala di Milano. Negli ultimi anni, si dedica prevalentemente a dipinti di carattere sacro e all’illustrazione di Anna Karenina di Tolstoj. Come un pittore antico, coerente fino alla fine, nel 1968 dà alle stampe un trattato: La realtà di Sciltian. Trattato sulla pittura. Negli anni Settanta e Ottanta si tengono sue importanti antologiche a Milano, Mosca e Ferrara. Muore a Roma nel 1985.

    Elena Lago

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    Opere di Gregorio Sciltian


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