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Giglielmo Borremans


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Giglielmo Borremans

( Anversa 1672 - Palermo 1744 )

Pittore

    Giglielmo Borremans

    Si trasferisce in Italia dopo aver appreso i rudimenti della pittura sull’esempio di capisaldi come Rubens, van Dick e Jordaens. Dopo aver sostato a Roma prosegue verso sud. Durante il soggiorno presso la prima tappa si dedica alla conoscenza del barocchetto romano con l’aiuto del Garzi. Nel 1707 a Napoli firma l’Epifania, una tela attualmente presente nel deposito alla Santissima Annunziata.

    Nei due anni seguenti è impegnato all’esecuzione degli affreschi delle Storie di San Domenico e del Trionfo di Giuditta presso Santa Caterina a Forniello. Come già ampiamente dimostrato precedentemente, l’artista assimila la lezione del Giordano. Nel 1713, nella Selva Poetica di Giuseppe D’Alessandro viene apprezzato in quanto ritrattista ed è accostato al Solimena e al De Matteis.

    Lo stile variegato viene particolarmente apprezzato in Sicilia dove si trasferisce entro il 1715. In questo contesto costituirà una apprezzatissima alternativa alla pittura locale, la sua presenza viene testimoniata dalle seguenti tele: l’Immacolata e Santi, l’Estasi di Sant’Antonio, i Santi vito Modesto e Crescenza, eseguiti, tra il 1716 e il 1728, per Sant’Antonio Abate a Buccheri; nel 1717 realizza le Storie della vita di Gesù per la Chiesa della Martorana a Palermo, le decorazioni a fresco dell’Oratorio sovrastante la Martorana e della chiesa di San Vincenzo Ferreri a Nicosia.

    Qui gli episodi del Trionfo dell’Ordine Benedettino e la Gloria di San Vincenzo Ferreri sono caratterizzati da una lettura laica e leggera, originaria dell’espressione del De Matteis. Tra il 1717 e 1718 esegue le tele presenti nella chiesa dei Crociferi a Palermo. Compie il progetto decorativo, dovuto all’architetto Francesco Ferrigno, per la cattedrale di Caltanissetta.

    In questi anni sembra tornare a uno stile più classico con la Trinità, la Madonna e i Santi Pietro e Paolo, la Predica di San Domenico per la Chiesa Madre di Caltanissetta. Si ricordano inoltre le tele per i Santi Cosma e Damiano di Alcamo e quelle del 1722, per la cattedrale di Enna. Negli anni seguenti riesce a fondere le istanze giordanesche con quelle del rococò europeo.

    Si occuperà del progetto decorativo dell’architetto Lanzara presso la chiesa dei Santi Quaranta Martiri Pisani, affrescando tra il 1725 e il 1727. Esegue le Storie della vita di Gesù, tra il 1733 e il 1734, per il Palazzo Arcivescovile di Palermo, ulteriore prova dell’adesione allo spirito settecentesco napoletano del De Matteis e del Giordano. Dimostra in seguito un registro più aulico in ossequio alla revisione solimenesca eseguita dal De Mura a Napoli.

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