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Karl Lindemann-Frommel
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Karl Lindemann-Frommel
Karl Lindemann-Frommel nasce nel 1819 e a Markirch, città dell’Alsazia, conosciuta anche con il nome francese di Sainte-Marie-aux-Mines. A seguito della precoce morte del padre, nel 1828, viene affidato alle cure dello zio Carl Ludwig Frommel, famoso pittore ed incisore di Karlsruhe, dove insegna in Accademia e fonda la Società dell’Arte e dell’Industria.
Cresce quindi artisticamente sotto l’ala dello zio, che negli anni Cinquanta viene anche nominato direttore della Pinacoteca granducale e che gli trasmette la necessità di compiere il classico grand tour in Italia, come aveva fatto lui in giovinezza. Vi era stato, infatti, a partire dal 1813, soggiornando per lungo tempo a Roma, dove era entrato soprattutto in contatto con i pittori Nazareni della cerchia tedesca e con i Puristi italiani.
È importante sottolineare, però, che lo zio Carl Ludwig non è stato l’unico suo maestro, poiché è stato affiancato anche dal paesaggista Carl Rottmann, altro pittore legato a filo diretto con il nostro Paese, dove ha soggiornato nel corso degli anni Venti. Nel 1846, ad ogni modo, Karl Lindemann Frommel, ventenne giunge per la prima volta a Roma. Entra immediatamente in contatto, anche lui, con il gruppo di artisti tedeschi ed in particolare diventa membro della Società di Ponte Molle (Pontemolle Gesellschaft), divenuta poi Associazione degli Artisti Tedeschi (Deutscher Künstlerverein), in cui appare tra i soci fondatori.
Sotto questo nome, che si riferisce a Ponte Milvio, si riunivano infatti tutti gli artisti di origine teutonica che ricalcavano generalmente i passi di Nicolas Poussin. Nel Seicento, infatti, il paesaggista francese aveva reso famoso tutto il territorio della Campagna romana che circondava le ancora selvagge e incolte sponde del Tevere tra Ponte Milvio, Saxa Rubra e Tor di Quinto, fino al cosiddetto Casale del Pussino, cioè il Castello di Tor Crescenza.
Gli artisti tedeschi, allegri frequentatori di osterie della zona, in cui spesso espongono le loro impressioni, hanno reso omaggio a questo tratto di Tevere, attraverso opere che si rifanno sapientemente al paysage classique di Poussin. È proprio in questo contesto che si inserisce il delizioso studio ad olio su carta Passeggiata di Poussin verso Monte Mario (1859), in cui Carl Lindemann-Frommel impiega una pennellata sciolta, modulata su toni perlacei per rendere i magici riflessi di un cielo uggioso sulle placide e dorate acque del Tevere.
Durante gli anni romani, comunque, si sposta anche per visitare altre città europee: nel 1849 si reca a Londra, ma prima soggiorna in Svizzera ed in Belgio, per poi rientrare nel 1850 a Karlsruhe. Dopo una sosta di tre anni a Parigi dal 1853 al 1856, rientra a Roma, dove rimane fino alla morte. Continua quindi a dedicarsi a vedute della città e delle sue campagne, affiancando l’attività di pittore di paesaggio a quella di insegnante presso l’Accademia di San Luca. Dal punto di vista stilistico, parte dalla veduta classica per poi approdare ad un linguaggio disinvolto e ricco di notazioni atmosferiche, che si leggono non solo negli oli, ma anche nella copiosa produzione di incisioni – raccolte nell’album Vignettes aus Rom – e di acquarelli, che lo hanno reso uno dei pittori tedeschi più importanti a Roma.
Elena Lago
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