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Scultore

Lorenzo Bartolini


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Lorenzo Bartolini

( Savignano di Prato 1777 - Firenze 1850 )

Scultore

    Lorenzo Bartolini

    Lorenzo Bartolini nasce a Savignano di Prato da una famiglia di modeste condizioni. Ben presto, si trasferisce a Firenze per lavorare come garzone in una bottega di scultura decorativa e, nel frattempo, studia all’Accademia di Belle Arti. La frequenta però per poco tempo, perché decide di trasferirsi a Volterra per lavorare nel laboratorio di sculture in alabastro di Barthélemy Corneille, dove avviene la sua prima vera e propria formazione classicista: copia infatti le incisioni di John Flaxman dedicate alle tragedie di Eschilo e ai poemi omerici. Quest’apprendistato è fondamentale, perché lo spinge a perfezionarsi a Parigi, dove entra subito nello studio di David e stringe una duratura amicizia con Ingres e con Bergeret. Insieme aprono uno studio a Parigi, in un convento di suore Cappuccine.

    Siamo giunti all’inizio dell’Ottocento: nel 1802 partecipa al Prix de Rome per la scultura con il gruppo Cleobi e Bitone grazie al quale riesce ad ottenere il secondo premio. È un inizio strepitoso per Bartolini, dato che comincia a ricevere una serie di incarichi, come la realizzazione del Busto di Napoleone per il Louvre e un bassorilievo per una parte della colonna in Place Véndome con la Battaglia di Asterlitz, entrambi in bronzo.

    Ottiene ben presto la protezione di Napoleone che gli permette di ottenere la direzione della scuola di scultura all’Accademia di Carrara, gestita da Elisa Baciocchi, sorella di Napoleone. Bartolini, in questo periodo, realizza una serie di busti e ritratti celebrativi della famiglia Bonaparte, come il Napoleone togato, il Ritratto di Gioacchino Murat e il Busto di Elisa Baciocchi.

    Nel 1813, durante i moti antinapoleonici, lo studio dello scultore viene completamente distrutto e quindi decide di trasferirsi a Firenze, anche se non viene accolto con entusiasmo. Soprattutto, non viene apprezzato il suo legame con la famiglia di Napoleone e con Napoleone stesso. Ciononostante, stabilisce il suo studio in via della Scala e riceve una lunga serie di incarichi, soprattutto da committenti stranieri.

    Nelle opere di questa fase si nota una volontà di ricerca che riporta in vigore l’equilibrio solido del Quattrocento fiorentino, coniugato al gusto neoclassico. Realizza il busto di Byron, il Ritratto di Carlo Ludovico di Borbone, il Monumento funebre di Felice ed Elisa Baciocchi e la Venere dormiente con un amorino, che afferisce a modelli rinascimentali. Nella prima metà degli anni Venti dell’Ottocento, condivide con il suo amico Ingres lo studio in via delle Belle Donne, sempre a Firenze.

    Continua la sua ricerca e la sua sperimentazione volgendo lo sguardo al Verrocchio, a Donatello, ma anche al realismo che emerge soprattutto dalla Carità educatrice. Il gruppo, sempre impostato sul classicismo del modellato, sembra però farsi partecipe di un clima di rinnovamento scultoreo in direzione del verismo delle pose e dei sentimenti. Nel 1829 si trasferisce nel più grande studio di Borgo San Frediano e nel 1836 realizza La fiducia in Dio, conservata nella versione in marmo al Museo Poldi Pezzoli di Milano.

    Il 1839 lo vede diventare professore di scultura all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Pochi anni dopo esegue il monumento funebre per la Contessa Sofia Zamcdska Czartoryski in Santa Croce a Firenze, dove dialoga con le sculture del Quattrocento di Bernardo Rossellino. In accademia è portatore di importanti novità: introduce i modelli dal vero, è fautore dello studio dell’antico che deve però necessariamente accompagnarsi a quello della natura.

    Famosa è la lezione in cui chiede ai suoi allievi di seguire il modello di un uomo gobbo, cercando di trovarvi il bello. Continua comunque a dedicarsi alla scultura monumentale e privata per tutti gli anni Quaranta, realizzando opere quali Beatrice Donati, il Monumento DevidoffIl voto dell’Innocenza e La ninfa della serpe.
    Muore a Firenze nel 1850.

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