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Pittore

Marcello Dudovich


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Marcello Dudovich

( Trieste 1878 - Milano 1962 )

Pittore

    Marcello Dudovich

    Marcello Dudovich nasce a Trieste nel 1878. Si forma nel fervente e stimolante clima della Trieste mitteleuropea, divenendo decoratore, pittore, cartellonista ed illustratore. Dopo la prima formazione presso pittori triestini, nel 1898 si trasferisce a Milano dove trova subito lavoro come litografo presso le Officine Ricordi.

    Questo incarico dura fino al 1899, quando il litografo Edmondo Chappius nota il suo talento e lo invita a Bologna a realizzare una serie di manifesti pubblicitari e cartelloni che lo rendono noto al grande pubblico. Sono anni cruciali per la carriera di Dudovich: esegue i manifesti Feste di primaveraCordial CampariInchiostro Gnocchi e nel 1900 vince la medaglia d’oro all’Esposizione di Parigi per il manifesto.

    Per tutto il primo decennio del Novecento, collabora a numerose riviste come illustratore, come “Novissima”, “Italia Ride”, “Il Giornalino della domenica”, “Ars et labor”, “La Lettura”. Nel 1905 ritorna a Milano per lavorare ancora all’interno delle Officine Ricordi, ideando e realizzando i manifesti più famosi della sua carriera e della storia della cartellonistica italiana.

    Ad esempio esegue il manifesto per i Magazzini Mele di Napoli. Sia i suoi manifesti che le sue illustrazioni risultano ricchi di brio e sono caratterizzati da stesure ampie e piatte, in un clima di pieno richiamo al fascino della moda e delle arti applicate liberty.

    Nel 1911 si trasferisce a Monaco per lavorare alla rivista umoristica “Simplicissimus” e vi rimane fino al 1914, alternando il soggiorno nella città bavarese e una serie di viaggi in Europa, durante i quali si arricchisce di stimoli e suggestioni nuove. La sua attività subisce un lieve arresto durante gli anni della prima guerra mondiale, ma continua comunque a collaborare con riviste soprattutto anti austriache, come “Gli Unni… e gli altri!”.

    Riprende a lavorare a pieno regine dagli anni Venti, fino agli anni Cinquanta, realizzando i manifesti per La Rinascente di Milano, e per i Copertoni Pirelli nel 1930. Nel 1920 partecipa alla sua prima Biennale veneziana con l’affascinante dipinto La signorina della veletta, in cui una donna dal profilo slanciato, avvolta in un cappotto alla moda e una veletta, posa come se dovesse entrare all’interno di un manifesto. Così, la pittura piatta e diretta e il segno grafico tipici dei cartelloni ritornano nella rappresentazione più classica ad olio su tela, senza tralasciare tutta la sua carica comunicativa.

    Alla Biennale del 1922 presenta un Ritratto di Pina Brillante e nel 1925 è presente alla Biennale di Arti decorative di Monza e vince una medaglia d’oro all’Esposizione internazionale delle Arti Decorative e Industriali Moderne di Parigi. Negli anni Trenta prevale l’attività illustrativa, in cui i volumi, a seguito di influenze ricevute da Novecento, si fanno più torniti e meno piatti e “grafici”. Negli anni Quaranta e Cinquanta si dedica soprattutto alla pittura con dipinti quali Il bacio e Alla toilette. Muore a Milano nel 1962.

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