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Pittore

Mario Acerbi


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Mario Acerbi

( Milano 1887 - Pavia 1982 )

Pittore

    Mario Acerbi

    Mario Acerbi nasce a Milano nel 1887 ed è figlio del più noto pittore Ezechiele Acerbi. È proprio da suo padre che viene introdotto alla pratica pittorica. Sin da subito, nel giovane si manifesta la predilezione per il paesaggio, ereditata da suo padre. Le vedute della campagna lombarda ed in particolare del territorio di Pavia, dove cresce Mario Acerbi, fanno parte della sua primissima produzione, improntata su un naturalismo veloce e molto luminoso, caratterizzato da una pennellata corposa e costruttiva, proprio come quella paterna.

    Dal 1900, frequenta la Scuola Civica di Pittura di Pavia, seguendo i corsi di Carlo Sara e Giorgio Kienerk, trasferitosi a Pavia proprio divenire direttore dell’istituzione. Nonostante gli anni accademici siano stati fondamentali per la formazione di Acerbi, la pittura paterna rimane nella sua memoria come un sostrato sempre attivo e presente, come si nota da uno dei primi dipinti dell’autore, Amore all’arte, del 1908, che gli fa ottenere il Premio Lauzi.

    L’immediatezza di una pennellata veloce ed espressiva

    Nel corso degli anni Dieci, il linguaggio de pittore non subisce il fascino o l’influenza delle avanguardie, così come negli anni Venti non sentirà quello del ritorno all’ordine. La sua sarà sempre una pittura di matrice impressionista, in cui il colore svolge il ruolo primario di costruzione scenica, attraverso un’immediatezza espressiva che si basa su una sapiente e brillante modulazione della luce.

    Un sincero verismo pervade le opere di Mario Acerbi, che si tratti di vedute pavesi, di ritratti o delle più frequenti scene di lavoro quotidiano. Tra le sue opere più conosciute vi è Operazioni chirurgiche esposta alla Promotrice di Torino del 1908 e nello stesso anno anche alla Triennale di Milano. La presenza del pittore alle mostre italiane non è particolarmente cospicua, risultano invece più frequenti le commissioni private, di cui ancora oggi abbiamo testimonianza in diverse collezioni italiane.

    Sono da segnalare alcuni dipinti in particolare, come Dopo gli esami, Interni della certosa di Pavia, L’assedio di Pavia, Il comunicato Diaz, comparso alla Mostra di Napoli del 1922, Il ponte vecchio con le lavandaie, oggi in Collezione Cariplo, ma anche alcune opere più tarde. Esse conservano comunque quella preziosità cromatica e quella raffinatezza compositiva degli anni giovanili, come si può rilevare dal Ritratto di Carla Morone in lettura del 1961, ai Musei Civici di Pavia. Poche pennellate sintetiche ed efficaci circondano di luce rossa la signora Morone, moglie di Giulio, uno dei più fedeli collezionisti di Acerbi.

    Elena Lago

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