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Pittore

Mattia Bortoloni


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Mattia Bortoloni

( Canda 1696 - Milano 1750 )

Pittore

    Mattia Bortoloni

    Trasferitosi a Venezia, lascia la provincia di Rovigo, avviando l’apprendistato presso Antonio balestra, pittore che aveva saputo assimilare il carattere della pittura romana dopo un soggiorno tenutosi nel XVII secolo. I primi lavori testimoniati coincidono con gli affreschi delle sei camere al primo piano e due stanze della Villa Corner a Piombino Dese. Il ciclo pittorico è incentrato sulla narrazione biblica, nella quale il pittore inserisce sapientemente stilemi neomanieristici.

    Sullo stile dei dipinti di Villa Corner, Bortoloni esegue i monocromi della sala centrale del Palazzo Vendramin-Calergi a Fiesso Umbertiano e la tela dei Santi Bovo, Girolamo Dalmata e Girolamo Emiliani della Parrocchiale di Castelgugliemo (RO). È citato all’interno della Fraglia dei pittori di Venezia nel 1720 e tra il 1726 e il 1734, periodi corrispondenti solo in parte al periodo reale e probabilmente più lungo durante il quale Bortoloni fece parte della Fraglia.

    Riferibile agli anni ‘20 sono le decorazioni di Palazzo Farsetti a Venezia e quelli dei palazzi Campanari, Lenta, Silvestri presso Rovigo. Sono ulteriormente ascrivibili allo stesso decennio le decorazioni eseguite nel presbiterio della chiesa di San Nicola da Tolentino. Notevoli sono le Scene Allegoriche di Palazzo Contarini-Sceriman insieme alla tela ritraente l’Elemosina di San Tommaso da Villanova dipinta nel 1730. Quest’ultima lascia intuire il percorso stilistico che intraprenderà Bortoloni rispetto alla fase precedente neomanieristica.

    Il Martini attribuisce a Bortoloni lo Scipione rifiuta gli onori attualmente presente alla Residenza di The Emls a Newport oltre a il Gesù crocefisso e Santi del Duomo Vecchio di Monselice. Nel 1734 il pittore prende accordi per eseguire la decorazione per la Parrocchiale di Fratta Polesine consistente in due tele con la Nascita di Gesù e l’Adorazione dei Magi, terminate presumibilmente intorno al 1735.

    In questa occasione risultano ancora presenti influenze dal Pittoni e dal Balestra, che ne vanificano l’audacia. Nei 5 anni seguenti si trasferì molto probabilmente a Ferrara dove si conservano diverse opere: presso il Duomo, un Miracolo di San Tommaso d’AquinoMadonna, Bambino e i Santi Cosma e Damiano presso il Palazzo Arcivescovile.

    Dopo il 1742 si sposta a Milano dove, basandosi su osservazioni stilistiche, gli sono attribuibili i seguenti affreschi: la decorazione della cappella del Santissimo Sacramento nel Duomo di Monza; a Palazzo Casati-Dugnani vi è una medaglia ritraente Mercurio; il Carro del sole a Palazzo Rasini a Cavenago Brianza; i dipinti presso Palazzo Clerici e Palazzo Carones-Brentano a Corbetta. Nel 1746 ritorna in Piemonte dove affresca la cupola del Santuario di Vicoforte a Mondovì. La Gloria del Santissimo Sacramento presso il presbiterio della chiesa di San Bartolomeo a Bergamo risulta essere la sua ultima opera, attribuibile al 1750.

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