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Pittore

Nicola Palizzi


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Nicola Palizzi

( Vasto 1820 – Napoli 1870 )

Pittore

    Nicola Palizzi

    Quotazioni di Nicola Palizzi

    Le opere a olio su tela di Nicola Palizzi partono da 1.500 euro e raggiungono i 7.000 euro. Cifre maggiori sono state raggiunte in passato da ampie tele di scene agresti, ma ormai il mercato dell’autore è in calo.

    Ogni opera ha un valore a sé e quindi queste sono solo stime indicative. Ci sono molte variabili che influenzano la valutazione di un’opera, per questo consigliamo di inviarci una foto del vostro Palizzi per ricevere una stima accurata e personalizzata senza impegno.

    Biografia

    Giunto a Napoli nel 1842 si iscrisse presso il Real Istituto di Belle Arti sotto la guida del conterraneo Gabriele Smargiassi. La sua primissima produzione è dunque legata ai modi della scuola di Posillipo, come si evince dal tocco sciolto e immediato di Veduta della Madonna dell’Arco (Vasto, Pinacoteca Civica). Già nel 1843 esordì con La veduta di Pietrafracida in Abruzzo alla Biennale Borbonica, dove negli anni successivi fu presente in maniera assidua.

    Nel 1845 inviò Paesaggio con cascata d’acqua e Veduta di Napoli da Mergellina, e nel 1848 espose diversi studi di piante e di una quercia e Sarra nelle vicinanze di Cava (Napoli, Museo di Capodimonte), che venne premiato con l’acquisto reale. Nello stesso anno vinse il Pensionato a Roma, non compiuto per i moti insurrezionali presenti nella città eterna, e quindi ad un’epoca successiva sono da riferire i rari soggetti romani del maestro quali Il tempio di Vesta, già mercato antiquario.

    La capacità di muoversi su diversi registri è testimoniata dalla produzione degli anni ’50, dove con agilità Nicola passa dagli studi dal vero di piccolo formato ai dipinti di carattere documentario alla maniera di un Fergola, quali Melfi dopo il terremoto (1851, Vasto, Pinacoteca Civica) e Manovre militari al poligono di Bagnoli dirette da Ferdinando II (1854, Caserta, Palazzo Reale), sino ai grandi paesaggi classicisti apprezzati dalla critica ufficiale (Avanzo di un’antica città con tramonto di sole, Napoli, Palazzo Reale, esposto alla Mostra borbonica del 1851).

    Da segnalare infine opere dal carattere più innovativo, quali Studio di Pompei (Vasto, Pinacoteca Civica), caratterizzate dalla peculiare tecnica brillante nei colori e fluida nella pennellata. Nel 1854 è documentato un viaggio di studio ad Avellino, i cui risultati furono esposti l’anno successivo alla Biennale borbonica, dove fu presente con Veduta di Avellino a chiaro di luna, L’Arco Traiano a Benevento, Gran paesaggio di composizione e con Isola di Capri presa da Massa.

    Nel 1856 sentì la necessità di raggiungere il fratello Giuseppe a Parigi, dove si aggiornò sugli esiti della scuola di Barbizon. Tornato a Napoli nello stesso anno rivelò la sua maturità artistica in opere quali Corse ad Agnano e Rivista militare al campo di Marte (entrambi del 1857, Napoli, Museo di Capodimonte) e in Primavera (Vasto, Pinacoteca Civica).

    Il 1859 registrò un nuovo successo di critica per il “vero naturale” riscontrabile nella produzione inviata alla Mostra borbonica, ovvero Paesaggio con mandra di capre e Campagna con due cani che puntano una quaglia, e il riconoscimento ufficiale con la nomina a Professore onorario dell’Accademia.

    Negli anni ’60 Nicola fu presente con regolarità alla Promotrice di Napoli a partire dal 1862 (Effetto di sole) e realizzò opere significative quali Piazza Orsini a Benevento e Napoli da Mergellina (entrambe Vasto, Pinacoteca Civica) dove l’alta capacità di sintesi e la forza costruttiva supera definitivamente il vero analitico del fratello Filippo per anticipare le ricerche della scuola di Resina.

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    Opere di Nicola Palizzi


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